Truffa all’azienda slovena e riciclaggio: in tre a processo
CASARSA. Nasce da un’inchiesta aperta in Slovenia cinque anni fa il processo che vede imputati per truffa Sante Cuzzilla, 53 anni, pordenonese, e Christian Magri, 41 anni, di Teglio Veneto e per riciclaggio Khadija Laarichi, 55enne marocchina di Teglio Veneto. Ieri dinanzi al tribunale collegiale presieduto dal giudice Licia Consuelo Marino si è celebrata la prima udienza.
La società slovena vittima della truffa, la Kovinoplastika doo con sede a Loz, un’azienda con 600 dipendenti, si è costituita parte civile con l’avvocato Samo Sanzin del foro di Gorizia. Cuzzilla (difeso dall’avvocato Barbara Martinuzzo) e Magri (assistito dall’avvocato Maurizio Mazzarella) sono accusati di essersi spacciati come rappresentanti di una società commerciale austriaca agli amministratori dell’azienda slovena. I due si sarebbero proposti, stando all’accusa, di rappresentare sul mercato italiano il marchio Alveus per conto della ditta slovena.
La Procura contesta a Magri e Cuzzilla di essersi intascati gli acconti, ma anche beni (articoli pubblicitari e un veicolo di servizio Alveus), per un valore complessivo di quasi 68 mila euro. Gli acconti sono transitati attraverso società estere rivelatesi poi inesistenti.
Laarichi, invece, è accusata di riciclaggio perché secondo la Procura sul suo conto corrente postale aperto alla filiale di San Giovanni di Casarsa della Delizia sono arrivati due bonifici della Kovinoplastika per un totale di quasi undicimila euro, provento della truffa ordita, ad avviso degli inquirenti, dagli altri due coimputati.
Il 21 settembre il processo entrerà nel vivo, con l’audizione dei primi testi dell’accusa.
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