Trovato il santo con il martello in mano Si riscrive la storia degli scalpellini avianesi

la scoperta
Cultura, passione e grande spirito di osservazione ben si sposano in Lorena Menegoz, giovane storica dell’arte che scopre e fa conoscere i dettagli di un dipinto, anche se, come nella chiesa di santa Giuliana a Castello di Aviano, il santo appare defilato, quasi nascosto, mentre stringe fra le mani un martello.
L’attenzione di Lorena Menegoz, si è concentrata sul santo provvisto di martello. San Claudio o santo Stefano? Solo, confinato in terza fila, dopo riquadri molto più appariscenti su quel lato a sinistra dell’uscita secondaria della chiesa. Difficile attribuirgli con certezza un nome. Muratori e scalpellini – a tali categorie dovrebbe appartenere il santo con il martello – fanno riferimento e sono protetti da più patroni: santo Stefano, festeggiato il 26 dicembre, San Claudio che con i santi Sinforiano, Nicostrato e Castorio (i quattro incoronati, vittime di Diocleziano nel 304) invece si festeggia l’8 novembre.
Più ipotesi restano aperte su quel piccolo affresco nel ciclo della chiesa di Santa Giuliana. Lorena Menegoz si sta impegnando per chiarire, in parte o del tutto, i vari dubbi che suscita quel dipinto. Sta di fatto che la tradizione avianese degli artigiani, muratori e scalpellini, potrebbe risalire proprio all’epoca i quegli affreschi, XIV secolo, se non prima. Questo dimostrerebbe che la tradizione degli scalpellini avianesi potrebbe essere retrodata di alcuni secoli. Al momento è riferibile al 1600, stante un decreto della Repubblica di Venezia che concedeva agli avianesi di aprire e sfruttare le cave.
È stato l’intuito di Lorena Menegoz, quasi al termine di una sua conferenza, a svelare significato e attualità di quel santo che, per i più, passa inosservato. Sottolineata dagli applausi, durante l’Alto Livenza festival, la lezione di Lorena Menegoz su tutti i preziosi affreschi trecenteschi sulle pareti e su quelli successivi dipinti da Gian Francesco da Tolmezzo – maestro di Giovanni Antonio de’ Sacchis, il Pordenone – sull’arco trionfale dell’antica chiesa cimiteriale di santa Giuliana. La sua conferenza ha spaziato sul periodo di esecuzione di tutti gli affreschi del XIV-XVI secolo emersi però a santa Giuliana solo all’inizio degli anni ’50 del Novecento, visto che in precedenza i dipinti murali erano stati coperti da intonaci.
Ora la loro bellezza appare butterata – quasi quelle figure sacre fossero state attaccate dal vaiolo – causa i colpi di scalpello praticati per far meglio attecchire gli intonaci che per tanto tempo li hanno coperti. Tante le figure femminili importanti come sant’Anna con la Madonna e il Bambino, santa Maria Maddalena, santa Giuliana e santa Caterina d’Alessandria.
Vari i santi: Pietro, Giovanni Battista, Antonio abate, Nicola e Francesco. Prezioso l’affresco di Gian Francesco da Tolmezzo, di inizio XVI secolo sulla caduta degli idoli, mentre la sua pala d’altare originale della Madonna in trono con il Bambino e i santi è custodita al museo civico d’arte di Pordenone, sostituita da una copia. Infine il Crocifisso del XV secolo spicca al centro dell’arco trionfale, opera significativa di intaglio della scuola friulana. Ad attrarre l’attenzione durante la conferenza di Lorena Menegoz l’affresco che narra il miracolo di sant’Eligio, patrono dei maniscalchi, che ferra la zampa amputata di un cavallo e con le tenaglie tiene a bada un’incarnazione femminile del demonio. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto