Troppi controlli al ristorante, per protesta offre il menù a un euro

Singolare protesta "Alle Tre Pietre". «Troppe 17 visite fra Gdf, Nas, Ispettorato e Ass in 190 giorni»

MOIMACCO. Pranzo gratis per tutti, menù completo. O meglio: al costo simbolico di un euro «per evitare di incorrere in noie fiscali» (posto che «uno scontrino, comunque, va emesso» e che di fastidi, il locale, «ne ha già avuti più che a sufficienza»).

E’ successo ieri al ristorante Alle Tre Pietre di Moimacco, collocato in posizione strategica – sulla statale Udine - Cividale – e forte così di un buon flusso di clientela, fissa e occasionale. Superfluo accennare allo stupore con cui gli avventori hanno letto il triplice cartello (all’ingresso del parcheggio, tanto per balzare subito all’occhio, sulla vetrata della trattoria e all’interno) che prometteva un lauto pasto a costo praticamente zero.

Inedito atto di generosità? Niente di simile. Gesto di protesta per «la vessazione subita in appena 190 giorni di attività», dal 23 dicembre per l’esattezza, data d’avvio della nuova gestione dell’esercizio. Di proprietà di Sophie Dorotea N’guia (titolare anche di una pizzeria a Cormòns) e condotte dal marito della signora, Roberto Marchitelli, le Tre Pietre sono state visitate – nel citato lasso di tempo – «per 17 volte da Guardia di finanza, Nas, funzionari dell’Ispettorato del lavoro e dell’Azienda sanitaria».

Blitz che in due casi hanno avuto strascichi pecuniari pesanti: «Circa 20 mila euro di multa», dicono al ristorante, attribuendo la doppia super sanzione (non da poco la prima, 2 mila euro circa, decisamente onerosa la seconda: 18 mila, suppergiù) a «questioni di natura tecnica».

Traducendo: «Cartelli non esposti, come quelli, per esempio, degli estintori; problemi con l’uscita di sicurezza, ragnatele nel magazzino». Dulcis in fundo: inadempimento dell’obbligo a seguire corsi sulle responsabilità in un locale e nella relativa cucina e mancanze sul fronte «piantine e piano di evacuazione». Insomma: formalità, sostanzialmente, burocratiche, a parere dei diretti interessati, che si sentono «presi di mira» e che catalogano i ripetuti accertamenti come «figli dell’invidia».

E la ragione è semplice: «Diamo fastidio a più di qualcuno con le nostre proposte: ogni giorno chi ci frequenta può fruire di un ricco menù a 9,90 euro. Venerdì sera, poi, offriamo un abbondante aperitivo a base di pesce: si pagano solo le bibite. Ovvio che portiamo via clienti ad altri». Quelli delle Tre Pietre, che dà lavoro a 13 persone, si sono schierati a difesa dell’esercizio: «In molti non volevano approfittare dell’occasione, abbiamo dovuto insistere. Ci hanno domandato spiegazioni e ci hanno manifestato pieno appoggio».

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