Tributo a Lomax con “La fabbrica” di Paolo Botti

PORDENONE. San Vito Jazz prende il via stasera con “The Lomax tapes”, tributo all’etnomusicologo e intellettuale statunitense Alan Lomax. Protagonisti il polistrumentista Paolo Botti e la sua formazione “La fabbrica dei Botti”.
L’antico teatro sociale Arrigoni, dov’è in programma il concerto (inizio alle 21), alla vigilia è già quasi tutto esaurito: per informazioni sulla disponibilità di biglietti (anche sui due spettacoli successivi) si può contattare l’ufficio Iat (telefono 0434 80251).
La decima edizione di San Vito Jazz è organizzata da Comune ed Ert, che si avvalgono della direzione artistica di Flavio Massarutto.
Stasera, assieme a Paolo Botti, che suonerà viola, dobro e banjo, sul palco saliranno Luca Calabrese (tromba), Dimitri Grechi Espinoza (sax alto), Edoardo Marraffa (sax tenore), Andrea Baronchelli (trombone), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso, voce) e Zeno De Rossi (batteria). A loro si affincherà, come special guest, la fisarmonicista Mariangela Tandoi.
Botti ha recuperato e arrangiato una selezione delle tante musiche registrate da Lomax in tutto il mondo: dalle prigioni del sud degli Stati Uniti alle campagne italiane, dalle musiche di processione spagnole alle danze caraibiche.
Un viaggio dove il folclore incontra l’improvvisazione, rigenerandosi.
«Sono arrivato al Jazz relativamente tardi – spiega Botti – essendo stato prima un grande appassionato di blues e folk americano, irlandese e pure italiano. Ripercorrere le tracce di Lomax, quindi, è stato anche un modo per tornare sulle mie prime passioni musicali. L’arte non è mai priva di implicazioni politiche e sociali. Non mi considero un musicista “militante” in senso stretto, ma cerco con il mio fare musica di dare una certa lettura del mondo di oggi. In effetti la scelta di occuparmi di Lomax non è stata legata solo ad una ricorrenza, ma a un ideale musicale e culturale più ampio».
Di Paolo Botti si possono ascoltare i lavori per l’etichetta Caligola con il Viola trio, il Quartetto e il recente La fabbrica dei Botti, nonché lo straordinario e intenso omaggio in solitudine ad Albert Ayler Angels & ghosts. Il repertorio che sarà presentato a San Vito Jazz è stato al centro di un cd edito l’anno scorso dalla rivista “Musica Jazz”.
La rassegna proseguirà sabato 12 marzo, con l’anteprima assoluta di “Ultramarine”, il nuovo progetto del vulcanico sassofonista friulano Daniele D’Agaro.
Domenica 20 marzo sarà il momento di “Yiddish melodies in jazz”, progetto del sassofonista romano Gabriele Coen, che accompagnerà il pubblico alla scoperta delle melodie ebraiche entrate a far parte del repertorio del jazz. Negli spazi della loggia comunale è esposta la mostra fotografica “Jazz landscapes”, di Luca d’Agostino.
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