Tribunale in carenza d’organico Tenaglia: «Ma l’efficienza è alta»

Nonostante manchi un terzo del personale – e la situazione sia ulteriormente aggravata dalla pandemia – il tribunale di Pordenone mantiene alti di livelli di efficienza. Uno sforzo chiesto non solo dai cittadini ma anche dall’Unione Europea, che vincola i finanziamenti al raggiungimento di precisi obiettivi. Per farlo, il Pnnr offre ai tribunali un “salvagente”, l’assunzione temporanea di personale (20 unità a Pordenone). Ma potrebbe non bastare: «Il problema del personale sta diventando drammatico» spiega il presidente del Tribunale di Pordenone, Lanfranco Maria Tenaglia.
Tenaglia lancia un segnale di preoccupazione («non è detto che quei posti vengano effettivamente coperti» spiega) supportato dai numeri. A fronte di una popolazione di 407.800 abitanti per il distretto di Pordenone, che comprende anche alcune zone del Veneziano, i giudici sono 21: il rapporto è uno a 19 mila, inferiore rispetto a Trieste (1/8.960), Gorizia (1/11.619) e Udine (1/14.741). Guardando ad altri bacini simili in Italia, Pordenone è in sofferenza. «E stiamo prendendo i in esame solo gli aspetti demografici – sottolinea Tenaglia – senza contare la natura fortemente industrializzata della Destra Tagliamento». Insomma, il lavoro è tanto e la situazione è peggiorata con la pandemia: la scopertura, di base pari al 30 per cento dell’organico, si è accentuata per quarantene e in piccola parte anche per effetto di posizioni avverse al green pass. Particolarmente colpito il settore dei giudici di pace, «quasi alla paralisi».
«In questa situazione – aggiunge il presidente del Tribunale – il nostro sforzo è ancora più importante. Dobbiamo mantenere questa capacità». Gli obiettivi europei, misurati in capacità di smaltimento delle pratiche e in tempo medio di definizione del processo, sono entrambi raggiunti. La “clearance rate” per il primo semestre 2021 è 1, 21 per il civile (superiore alla media nazionale) e 1, 26 per il penale (meglio della media). Idem per il “disposition time”, pari a 319 per il civile (con un calo del 5 per cento rispetto ai valori pre-pandemici) e 191 per il penale (-10 per cento).
Una sfida alla quale la Procura di Pordenone dà il suo contributo anche grazie alla tecnologia. «Abbiamo firmato un protocollo di intesa con gli uffici giudiziari e l’avvocatura – spiega il procuratore Raffaele Tito (che il presidente della Sezione penale Eugenio Pergola spera «rimanga a Pordenone» – per trasferire gli atti negli uffici di Trieste in forma digitale. Questo semplifica anche le pratiche per gli avvocati». «Come ordine degli avvocati, siamo tradizionalisti nel processo – ha commentato il presidente dell’Ordine Alberto Rumiel – ma tecnologici nelle fasi preliminari». Un’occasione, quella dell’incontro con la stampa di fine anno, anche per guardare alle evoluzioni della materia normativa. E, a proposito degli adeguamenti dettati dall’entrata in vigore del decreto legislativo sulla presunzione di innocenza (che ha dirette ripercussioni sull’accesso alle notizie), il presidente del Tribunale si è espresso così: «L’informazione in materia di giustizia ha a che fare con la soggezione del giudice alla legge. L’opinione pubblica deve essere informata». —
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