Tre giovani muoiono nella notte in due diversi incidenti in Carnia

di Alessandra Ceschia
Una duplice tragedia sulle strade è costata la vita a tre giovani carnici. Le vittime sono Samanta Moradei, 19enne di Cadunea; Igor Candoni, 23enne di Cabia, e Paolo Piazza, 28enne di Tolmezzo. I primi due sono morti carbonizzati nell’auto schiantatasi contro un albero e incendiatasi a Piano d’Arta. Piazza, invece, è rimasto ucciso sull’A23.
TOLMEZZO.
Morire fra le fiamme, davanti agli occhi degli amici. Morire su una strada nel cuore della notte, dopo uno schianto contro un camion per colpa di un colpo di sonno. È un’alba tragica quella che ha spezzato le vite di tre giovani carnici: Samanta Moradei 19enne di Cadunea, Igor Candoni 23enne di Cabia e Paolo Piazza 28enne di Tolmezzo.La lunga scia di lutti che ha tinto di rosso sangue l’Alto Friuli è stata tracciata da due incidenti stradali che si sono verificati a distanza di meno di mezz’ora uno dall’altro: uno a Piano d’Arta, l’altro in autostrada.


Lo schianto sulla A23. Il primo incidente è avvenuto in autostrada poco prima delle 2.30. A quell’ora, il tolmezzino Paolo Piazza stava tornando a casa con due amici. Si trovava sul sedile posteriore di un’Alfa 156, condotta da Stefano Pilu, 29enne di Tolmezzo, che viaggiava sulla corsia nord della Udine-Tarvisio. All’altezza di Trasaghis, l’autostrada era interessata dai lavori di sistemazione del guard rail e aveva subito un restringimento sul lato sinistro. Il cantiere, opportunamente segnalato, ostruiva la corsia di sorpasso, lasciando libere quelle di marcia e di emergenza.


Proprio in corrispondenza del restringimento stradale, la vettura ha preso a sbandare, finendo contro un camion fermo, quindi è rimbalzata sul lato opposto. Piazza è morto sul colpo a causa dell’urto violentissimo, feriti in maniera non grave il conducente Stefano Pilu e il 36enne Eugenio Pozzi, anch’egli tolmezzino, che si trovava sul sedile anteriore, lato passeggero. Quest’ultimo ha riportato una frattura al braccio. Un colpo di sonno o un improvviso malore del conducente fra le possibili cause al vaglio degli agenti della Polstrada di Amaro intervenuti per i rilievi. Sul posto anche i vigili del fuoco di Gemona e il personale medico del 118, giunto con due ambulanze.


La tragedia di Piano d’Arta ha preso corpo una manciata di minuti più tardi, quando Samanta Moradei e Igor Candoni, sono rimasti imprigionati all’interno di una Renault Clio trasformata in una torcia, dopo uno schianto contro un albero. Quell’auto apparteneva a Denis Solerti, 20enne di Cedarchis cui, due mesi fa, le forze dell’ordine, avevano ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza, in seguito a un controllo. I tre facevano parte di una comitiva di ragazzi che avevano trascorso la serata assieme. Verso le 2 avevano fatto tappa al Bar dello Sport a Piano d’Arta. Poi, i tre ragazzi a bordo della Renault Clio avevano lasciato il locale. Samanta si era sistemata sul sedile posteriore, Igor al volante e Denis al suo fianco.


L’auto ha imboccato a velocità sostenuta via Carducci, una strada in discesa che piega in una leggera curva prima di raggiungere il ponte sul rio Radina. Come abbia fatto l’utilitaria a sbattere il muso contro un possente ippocastano sul lato destro dopo aver urtato un palo dell’illuminazione, a poco più di un centinaio di metri dal bar, nessuno dei residenti accorsi sulla strada dopo il boato se lo spiega. Ma è stato un attimo, poi, l’auto ha preso fuoco. Probabilmente per Samanta, che nell’urto è stata sbalzata in avanti ed è rimasta incastrata fra i due sedili anteriori, la morte è arrivata sul colpo. Davanti a lei, Igor aveva le gambe imprigionate fra le lamiere dell’abitacolo. Denis, il proprietario dell’auto, aveva solo qualche ferita.


Il disperato tentativo degli amici. Quando le fiamme hanno cominciato a divampare nella Clio, Linda Caufin, 20enne di Cadunea che poco prima aveva lasciato il Bar Sport per riportare il fratello e un amico a casa, stava ripercorrendo la strada panoramica per tornare dagli amici. Le sono bastati pochi istanti per capire che quella era l’auto di Denis. Che lì dentro c’erano Denis e Igor e c’era anche Samanta, la sua migliore amica. È corsa in bar a cercare qualcuno e, con l’aiuto di un ragazzo, ha rotto il vetro dell’auto e ha trascinato Denis fuori dall’abitacolo. Voleva andare da Samanta, trascinarla fuori da lì per aiutarla a mettersi in salvo, ma le fiamme, che arroventavano la lamiera, avevano trasformato la vettura in una torcia. Inavvicinabile ormai.


I corpi straziati dal fuoco. Igor e Samanta sono scomparsi fra quei bagliori. Davanti ai corpi, straziati dal rogo, gli sguardi attoniti degli amici, dei soccorritori, e del padre di Samanta, dipendente in servizio al 118, giunto sul luogo dell’incidente quando ormai non poteva fare altro che piangere la figlia.


L’eco delle sirene è risuonato lungo le vie di Piano d’Arta poco dopo. Le ambulanze, i mezzi dei vigili del fuoco – giunti dal distaccamento di Cercivento e dalla sede di Udine –, e le auto degli agenti della Polstrada di Tolmezzo hanno affollato via Carducci. Denis, è stato trasportato all’ospedale di Tolmezzo.


Per Igor e Samanta, però, era già tutto finito.


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