«Trasloco lì, com’è la città?» E i pordenonesi si scatenano

Altro che sondaggi istituzionali (e conseguenti mugugni del tipo «ma quanto l’avranno pagato?»), altro che ragionamenti filosofici (e conseguenti commenti del tipo «ma parlano sempre quelli»). La pagella su Pordenone, stavolta, la compilano i pordenonesi, autoctoni o acquisiti, quelli che, senza offesa naturalmente, si chiamano “popolo”. Non sono servite spese per società demoscopiche, non è servito il tema in classe, dal classico titolo «descrivi la tua città». E’ bastata una domanda su internet e la pagella, in 60 minuti, è corredata di 70 opinioni. A compiere il miracolo, la pagina Facebook “Sei di Pordenone se...”, e, soprattutto, un futuro pordenonese, Francesco Perocco, in procinto di trasferirsi nella Destra Tagliamento «dopo sei anni di Napoli» e origini romane. «Aspetta che sentiamo cosa dicono i pordenonesi di Pordenone», avrà pensato. E ha scritto: «Chiedo a voi pregi e difetti di questa città: ho bisogno di un posto tranquillo, dove soprattutto si viva bene». Commenti serviti subito, con effetto bomba sullo stagno del dibattito estivo. Ne abbiamo riassunti alcuni tra i tanti scritti nei primi 60 minuti.
La parola chiave è proprio «tranquillità», esaltata o derisa. La risposta “esatta”, ovvero che ha raccolto più “mi piace”, è stata quella di Martina Buttignol: «Pregio è una città tranquilla, difetto è troppo tranquilla». Eccoci, dunque, al tema clou, la “movida”, gioia e dolore degli amministratori. «Se ti riferisci a Pordenone centro – commenta Gianni Maluta – condoglianze. Se altrove, è già meglio». Perché? Ecco il parere di Marco Peruch, preceduto dalle «condoglianze» di Giacomo Laurenti: «Si dorme da paura, dalle 20.30 cominciano a chiamare gli sbirri se qualcuno supera 0,00001 decibel». E, per divertirsi, consiglia Daniela Rizzetto, «devi andare nella regione vicina». Guido Cerullo: «Pensa che non possiamo più giocare a calcetto in un campetto poco fuori città: dopo le 22.30 chiamano i vigili». “Corregge” Elisa Betta: «Non dar loro retta...». Ma Alberto Giacobbe incalza: «Non credere de tacar el rasaerba prima delle 15.30 o de far casin la domenega mattina».
Punto due, l’ospitalità, la gente. «Vedrai che ti troverai bene. Qui la gente è molto ospitale», dice Valeria Breda. Non per Daniela Bertola, presenza trentennale in città: «Qui posso esprimere qualche dubbio? Ho fatto la cameriera per tanti anni: tanti musi lunghi e fatica anche a salutare»; un colpo al cerchio e uno alla botte da Michela Frare – «dipende sempre dalle persone... tutto il mondo è paese» – e Martina Buttignol (“like” quotati): «I pordenonesi sono diffidenti, ma quando imparano a conoscerti ti danno l’anima». E, se vuoi, anche di più: «Un paesotto, venite tranquilli. Spetteguless e ombre a volontà», la fotografia di Alberto Giacobbe. “Ebbasta”, avrà sospirato Ettore Della Valentina: «Sono in tanti a sputare sul piatto dove mangiano, resta il fatto che chi viene da fuori Pordenone non l’abbandona più».
Bene, queste le premesse “sociali”. Ora, spazio all’ottimismo, con le potenzialità della Destra Tagliamento, a partire dalla cultura: «Forse manca vita nelle piazze, ma è una città ricca di eventi importanti – riassume Sonia Sist – come il cinema muto, Pnlegge, Dedica, Arlecchino errante, musica e musicisti, una bella biblioteca e mediateca». Marco Santonocito aggiunge anche Blues festival e un po’ di urbanistica: «In un’oretta sei a Venezia, Trieste, mare e montagna. Rispetto a Roma costa poco. Poche volte ti troverai imbottigliato nel traffico. Al nord, si sa, siamo un po’ chiusi rispetto al sud, ma con il tempo le persone si aprono e troverai molte amicizie. Si beve ottimo vino (e grappa)».
La “guida virtuale” è completata da Barbara Pivetta (otto like): «Città piccola, ma graziosa, il centro bellissimo con le sue passeggiate: ne avrai di cose da fare! Le colline della pedemontana sono bellissime in tutte le stagioni. Per sciare Piancavallo e Cansiglio, per passeggiare tutte le nostre montagne da Barcis a Sauris». Ancora, «la fonte del Livenza al Gorgazzo e alla Santissima (visitate anche Polcenigo e il parco di San Floriano), Spilimbergo, Valvasone, e un sacco di piccoli grandi gioielli». Il clima: «Aspettati inverni più freddi di quelli romani, acquazzoni e qualche tromba d’aria d’estate, nebbie nelle sere invernali».
Tiriamo le somme, con i punti di vista di coloro che, a Pordenone, non ci sono nati, ma sono arrivati, da più o meno tempo. Marina Pedrocco, origini vicentine: «Sto meglio qui. Città tranquilla, in ordine, non cambierei più». Bice Barlafante, abruzzese: «Non tornerei mai a vivere giù, per quanto ami la mia terra. Tutti parlano di divertimento, io ti parlo di cose che funzionano, di ordine e pulizia, di tolleranza». Santina Verde: «Benvenuto al nord!». Carla Vettorello è rientrata dopo anni di assenza: «La riscopro graziosa. Poi starà a voi farne una bella cornice ed un contenuto che vi esprima».
Insomma, il gran finale lo lasciamo a Dino Sandrin: «Pordenone? Se la conosci te ne innamori... e sarai ospite di gente unica...». Beh, la promozione turistica... è centrata.
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