Trans picchiati a Udine, la condanna del sindaco: «Questa è una città che si batte per i diritti»

La politica cittadina ha preso compatta posizione sull’aggressione al parco Ardito Desio: «La nostra idea politica vuole andare in una direzione opposta, quella di creare le condizioni per un vivere civile fondato sul rispetto delle diversità»

Elisa Michellut
Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni
Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni

È unanime la condanna del mondo politico e delle istituzioni cittadine dopo l’aggressione subita nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 luglio, al parco Ardito Desio, da due ragazzi trans di 25 e 26 anni, picchiati solo perché considerati diversi.

Il sindaco Alberto Felice De Toni, si dice profondamente colpito e sottolinea la necessità di una riflessione seria, urgente e collettiva. «Udine – commenta il primo cittadino – è una città dell’apertura e dell’accoglienza, dell’inclusione e della ricchezza umana e culturale, che da sempre si è battuta per i diritti civili e per i diritti di tutti. Ricordo, tra i molti segnali concreti, il riconoscimento anagrafico di un bimbo con iscrizione di entrambe le mamme in anagrafe, anche quella intenzionale: un atto di civiltà, rispetto e responsabilità. Di recente è stato aperto il Centro antidiscriminazione, gestito da Arcigay con il finanziamento dell’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, con la collaborazione del Comune».

De Toni sottolinea che quanto accaduto conferma l’importanza di questi servizi. «Servono a dare voce, sostegno e protezione a chi è più esposto – assicura il sindaco – ma non basta questo a realizzare una cultura della convivenza e del rispetto. La costruzione di una comunità dove ciascuno possa sentirsi a casa senza paura è responsabilità di tutti. Soprattutto di noi politici, di chi rappresenta interessi e identità. Troppo spesso vediamo un uso cinico delle parole: per raccogliere consenso si ricorre a una semplificazione pericolosa. Questo clima può diventare terreno fertile per atti come quello che oggi condanniamo. Penso a certe affermazioni pubbliche, come quelle di esponenti politici come l’ex generale Roberto Vannacci, che alimentano divisioni e odio sociale, perché sdoganano l’idea che esista una libertà di offendere e aggredire chi è diverso. La nostra idea politica vuole andare in una direzione opposta: quella di creare le condizioni per un vivere civile fondato sul rispetto delle diversità. Ai due giovani aggrediti e alla ragazza che li ha difesi va tutta la nostra solidarietà. Udine non rimane indifferente all’odio. Udine è dalla parte della libertà, del rispetto e dell’umanità. È la casa di tutti».

Il capogruppo Dem in Consiglio comunale a Udine Iacopo Cainero e il segretario cittadino del Pd, Rudi Buset, stigmatizzano l’aggressione. «Udine – le parole di Cainero e Buset – non accetta nessuna forma di violenza né intolleranza, queste aggressioni sono inaccettabili espressioni di brutalità. Noi difendiamo il diritto per ognuno di autodeterminarsi e di vivere in serenità le proprie scelte esistenziali. L’auspicio è che i responsabili vengano rintracciati e perseguiti dalla giustizia. Ringraziamo le associazioni impegnate a sensibilizzare la popolazione al rispetto e alla civile convivenza in una lotta contro l’ignoranza e l’insensibilità, lontana dal dirsi conclusa».

Parole di condanna anche dal Circolo di Udine di Fratelli d’Italia. «Esprimiamo ai ragazzi – il commento di Ester Soramel – solidarietà, con l’auspicio di pronta guarigione, non solo dalle ferite fisiche ma anche psicologiche. Udine non è e non è mai stata una città violenta, pertanto la notizia di questa ennesima aggressione desta preoccupazione. Udine da tempo subisce la violenza di chi sulla violenza fonda il proprio agire. Una violenza cui non intendiamo abituarci, perché non ci appartiene e non abbiamo la benché minima volontà di “integrarla” nella nostra cultura, orgogliosamente rispettosa delle libertà e dei diritti altrui».

Elisa Moro, responsabile diritti Sinistra italiana Fvg, aggiunge: «È il segno evidente di quanto l’odio e l’intolleranza continuino a essere radicati anche nei nostri territori. Non si tratta di un episodio isolato: è parte di un clima culturale alimentato da anni di retoriche discriminatorie, che legittimano la violenza e mettono quotidianamente in discussione i diritti e la dignità delle persone LGBTQIA+».

Parole di condanna anche dal centrodestra Udine. «Un episodio grave – scrivono in una nota i consiglieri comunali Barillari, Croatto, Cunta, Franz, Laudicina, Manzan, Michelini, Palmisciano, Pittioni, Vidoni e Zanolla –, che non può lasciare indifferente nessuno e che merita una risposta chiara da parte delle istituzioni e della comunità. Udine deve essere una città dove tutti si sentano liberi di vivere e muoversi in sicurezza. La tutela della dignità individuale e il rispetto della persona sono valori fondamentali, che devono essere condivisi da chiunque creda nel senso civico e nel vivere comune».

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