Traffico illecito di abiti usati: sgominata la banda, quattro denunciati

L’operazione diretta dall’Antimafia di Trieste. Scoperto a Manzano un capannone con all’interno quasi 3 mila metri cubi di rifiuti tessili

Il capannone dove sono stati trovati i rifiuti tessili
Il capannone dove sono stati trovati i rifiuti tessili

I carabinieri del nucleo operativo ecologico di Udine, diretti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trieste, hanno concluso, con il sequestro di oltre 40 cassonetti per la raccolta di indumenti dislocati nell’ambito della provincia di Udine, un’attività investigativa volta al contrasto del traffico illecito di rifiuti di tipo tessile.
Nel corso dell’ordinaria attività d’Istituto i militari dell’Arma già nell’estate del 2024 avevano localizzato nella provincia di Udine numerosi cassonetti “abusivi” per la raccolta di indumenti usati, grazie ai quali una azienda laziale, leader nello specifico settore, sottraeva al mercato legittimo i capi di abbigliamento per dirottarli verso altre destinazioni. Gli indumenti usati che non trovano nuova vita attraverso la compravendita, lo scambio tra privati o la donazione diretta a enti di beneficenza, assumono infatti la qualifica di rifiuti urbani e, pertanto, diventano oggetto di specifiche raccolte differenziate che, spesso, i Comuni o i gestori della raccolta affidano a soggetti terzi. Ma non in questo caso.

L’attività investigativa, protrattasi per oltre un anno, condotta anche con l’ausilio di droni e di altra strumentazione tecnologica, ha portato alla scoperta di un capannone industriale a Manzano , privo di qualsiasi autorizzazione ambientale, all’interno del quale erano stati ammassati circa 2.800 metri cubi di rifiuti, tessili e non. Al fine di interrompere l’illecita gestione del sito, l’intera area e i mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti già nello scorso giugno venivano posti sotto sequestro penale.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno documentato inoltre la ricerca da parte degli indagati, una volta sequestrato il capannone, di modalità alternative per la raccolta sul territorio friulano e il successivo stoccaggio degli indumenti, al fine di continuare la lucrosa attività illecita.
Le indagini nelle fasi conclusive hanno visto anche il sequestro di un ulteriore autocarro utilizzato per svolgere l’attività illecita e con il deferimento di quattro soggetti all'autorità giudiziaria.

Il sequestro dei cassonetti, operato in sinergia con l’Arma Territoriale del Comando Provinciale Carabinieri di Udine e con i Comuni interessati dalla problematica, ha permesso di porre definitivamente fine anche alla situazione di degrado urbanistico venutasi a creare a seguito dell’interruzione della raccolta degli indumenti e segnalata negli scorsi mesi anche da alcune testate giornalistiche locali.

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