Tra le più antiche residenze nobiliari c’è Casa Ungrispach

punti di vista
Dopo un paio di secoli d’arroccamento nella cinta muraria di Borgo Castello, la città si espande nella zona sottostante il colle, con la Cocevia e via Rastello, ma anche con piazza Cavour, in origine destinata al mercato, dove prendono posto le sedi del potere civile ed ecclesiastico (Duomo, Magistrato Civico, Stati provinciali) ma anche le prime residenze nobiliari, da cui il nome di platea nobilium o piazza dei nobili.
Tra i primi edifici la casa di Simon Volker degli Ungrispach, all’angolo con via Rastello, caratterizzata da possenti pilastri e archi medioevali a sostegno di un portico sotto il quale esercitavano la loro attività mercanti e artigiani, arrotini e venditori ambulanti, un uso pubblico antico che oggi permane, in quanto vincolato all’uso pubblico ancorché privato, come i portici dell’attigua piazza Sant’Antonio.
Sull’arcata centrale una iscrizione a caratteri gotici (Anno domini 1441 incepit Simon Volker aedeificare hanc domum) spiega in latino d’epoca che la costruzione della casa era iniziata nel 1441, prima di quella del Magistrato (1572) e dell’odierna Questura (1542). Il nome Ungrispach, il cui emblema a mezzaluna è presente su ogni arco, deriva dalla località di prima residenza della famiglia, oggi Vogrsko o Montevecchio nella valle del Vipacco, risalendo l’origine al periodo dei conti di Gorizia dei quali erano vassalli.
Quando muore Simone nel 1511, sposata la figlia Margherita con il barone Enrico d’Eck, al loro primo figlio Annibale venne aggiunto il predicato Ungrispach a quello paterno, come ancora si usa per dare continuità a una nobile casata altrimenti estinta.
Nel 1563 Simon Trubar, chiamato a predicare il protestantesimo a Gorizia da un gruppo di nobili di idee luterane tra i quali Annibale d’Eck Ungrispach, rivolse i suoi sermoni al popolo radunato in piazza proprio dalle finestre di casa Unghispach, come ricorda un’altra lapide sul fianco dell’edificio. Trionfa però la restaurazione cattolica e nel 1579 Annibale dovette fuggire morendo in esilio a Praga nel 1601, mentre i suoi beni, casa compresa, furono posti in vendita nel 1586.
Oggi casa Ungrispach è da mesi coperta da grandi impalcature, compreso il portico che per il suo uso pubblico nel 2006 è stato restaurato dal Comune con nuovi pavimenti per cui meglio era limitare l’occupazione di cantiere, permettendo il transito dei passanti sotto il portico e l’accesso alla osteria d’angolo, tra le poche tipiche in città. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto