Tonutti Group, stop al fallimento

UDINE. La “Tonutti Group srl” di Remanzacco, storica società immobiliare capitanata dall’ex re delle macchine agricole, Carletto Tonutti, risorge dalle ceneri e torna a sperare. Il fallimento che aveva posto fine alla sua attività, con sentenza pubblicata dal tribunale di Udine il 1° giugno 2016 e confermata in secondo grado, a Trieste, il successivo 11 agosto, è stato annullato dalla Corte di Cassazione, con rinvio alla Corte d’appello dello stesso capoluogo giuliano riunita in diversa composizione.
Un colpo di scena che ribalta le prospettive di ripresa dell’azienda e che impone anche un intervento rapido, teso a bloccare le aste che, tra meno di un mese, avrebbero dovuto cominciare a liquidarne il patrimonio immobiliare.
All’origine dell’inghippo che, all’epoca, fece pendere l’ago della bilancia dei giudici nella direzione del fallimento e che, ora, diventa invece l’àncora di salvezza della società, un problema di scadenze.
Quella che la Bnl, cioè uno degli istituti di credito che, nel 2016, avevano aderito all’accordo di ristrutturazione dei debiti proposto dalla Tonutti, aveva disatteso di pochi giorni - si era riservata un tempo maggiore, prima di deliberare il via libera - e che aveva finito per mandare all’aria l’intesa. Scaduti i termini e fissata l’udienza, il pm aveva insistito per il fallimento e a nulla era valsa la richiesta delle difese - gli avvocati Stefano Petronio, di Gorizia, e il professor Vittorio Giorgi, di Salerno - di applicare anche alla procedura in corso la norma sulla «concessione al debitore di un termine non superiore a quindici giorni per integrazioni al piano e nuovi documenti», così come prevista per il concordato preventivo.
La situazione che ne derivò fu ai limiti della beffa. Mentre il tribunale si riuniva per emettere verdetto di fallimento, alla luce dello stato d’insolvenza in cui era risultata versare la Tonutti, alla Bnl si deliberava l’adesione all’accordo. Una decisione giudicata tardiva e, quindi, oramai inefficace.
Sorda alle rimostranze dello staff legale del gruppo friulano, la Corte d’appello di Trieste aveva respinto il reclamo, ribadendo l’impossibilità di concedere deroghe. Da qui, il ricorso per cassazione e il rovesciamento della sentenza impugnata.
«Non si ravvisano ostacoli logici all’applicazione del primo comma dell’articolo 162 della legge fallimentare – scrivono i giudici della I sezione civile –, in quanto disposizione di carattere generale che facoltizza il tribunale a concedere al debitore un brevissimo termine, per effettuare produzioni capaci di scongiurare l’esito infausto della procedura, quando ciò potrebbe rappresentare un’ingiusta o antieconomica sanzione nei confronti di irregolarità non gravi, nè sostanziali».
Ora, sbloccato il patrimonio - formato non soltanto dagli stabilimenti di Remanzacco e Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia), ma anche dai beni di famiglia, a cominciare dalla villa storica di Aiello e un appartamento sul Canal Grande, a Venezia -, per la Tonutti Group si apre una fase di rinnovata fiducia. «Assodato che i termini potevano essere concessi – spiega l’avvocato Petronio –, la Corte d’appello valuterà se vi fossero anche i presupposti di sostanza per farlo.
Nel qual caso, il fallimento dovrebbe essere revocato. Considerato che parliamo di ulteriori 15 giorni e che tra l’udienza in cui la società ne fece richiesta e la comunicazione di adesione della Bnl ne trascorsero 13, la strada potrebbe apparire tracciata dalla stessa Cassazione». La priorità, intanto, è sospendere le aste in programma all’inizio di maggio. «Presenteremo istanza urgente – continua il legale –, per evitare un danno altrimenti irreparabile».
A determinare il dissesto della Tonutti Group erano stati i debiti per le garanzie prestate alle banche per conto della “Tonutti Wolagri spa”, la società operativa dichiarata fallita l’anno prima e finita poi al centro di un’inchiesta della Procura di Udine per bancarotta a carico di tutta la famiglia (il dibattimento comincerà a settembre). Ed è proprio il legale che la assiste nel penale e che coordina il team di consulenti anche nelle vicende fallimentari, avvocato Maurizio Miculan, a farsi portavoce della soddisfazione dei Tonutti per il risultato ottenuto. «Tuttavia, resta sconcerto per quanto accaduto – aggiunge –. È difficile per un imprenditore accettare l’idea che la sua impresa sia dichiarata fallita per una questione di giorni.
A maggior ragione dopo questa sentenza, la famiglia (che nel frattempo ha avviato una nuova attività con l’acquisizione, tramite newco, del compendio aziendale dalla curatela del fallimento Tonutti Wolagri, insieme a soci cinesi, ndr) ribadisce piena e incondizionata fiducia nella giustizia, cui si è sempre rimessa e continuerà a rimettersi».
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