Tondo: serve un vertice. Troppe lacerazioni nel Pdl

Il governatore parla della situazione nazionale e regionale che si ripercuote sul partito: «Prima di lavorare alla Finanziaria 2011 discuteremo con Carroccio e centristi»
UDINE.
Renzo Tondo non si nasconde. Le tensioni nel Pdl sono evidenti. Il governatore Fvg è più preoccupato per la difficoltà di governare con la crisi economica, che dalle baruffe di quartiere del suo partito. Ma non nega l’evidenza: «Le tensioni ci sono». Ammette che non c’è una ricetta pronta. E allora punta tutto su un nuovo vertice di maggioranza, da convocare prima di iniziare a lavorare sulla legge Finanziaria 2011, per fare un nuovo check up alla coalizione.


È domenica e Tondo la trascorre a tavola con un gruppo di amici, ma risponde al telefono. E parla di Futuro e Libertà e di aperture festive, gli ultimi fronti aperti nella travagliata maggioranza. Predica dialogo con i finiani, come ha sempre fatto, e pensa a una soluzione sulle domeniche. Poi affronta il tema forte. «Il Pdl? Le tensioni ci sono – spiega –, non c’è dubbio». La tesi del presidente della giunta è che questo momento di fibrillazione sia dovuto a una situazione sistemica, a una serie di fattori complementari. A farne le spese, suggerisce, è il partito che ha la maggioranza sia in Regione sia nel Paese.


Tondo non accenna all’autunno caldo, o presunto tale, ma deve fare i conti con la crisi occupazionale e con i nervi tesi del sistema Italia, tra paure terroristiche, barzellette, bestemmie e scontri istituzionali. «Sul partito – osserva il governatore Fvg – si stanno scaricando una serie di questioni. La crisi economica, quella politica, quella istituzionale: sono tutti elementi che aumentano la tensione». A Roma va in scena quotidianamente un “tutti contro tutti”, con i vari portatori d’interesse a guerreggiare sull’esistenza apparentemente temporanea del governo. Gli attriti e le incomprensioni a livello regionale, le rivendicazioni dei territori e delle correnti, completano il quadro.


Ma come si esce da questo intrigo? Il presidente della Regione non millanta soluzioni o ricette magiche. Confida però in un impegno responsabile sul fronte della gestione della cosa pubblica. «Non posso dire che la situazione mi preoccupi dal punto di vista amministrativo – afferma Tondo –, perché la sintesi si trova sempre».


In Consiglio regionale, negli scorsi giorni, la litigiosità pidiellina ha spinto qualcuno a ironizzare: «Stiamo diventando come il Pd». Replica Tondo: «Non siamo come il Pd. Loro sono proprio mal ridotti. Certo che noi – continua il governatore un po’ ironico – ci stiamo mettendo del nostro per inseguirli». Alla fine prevale ancora la tattica dell’esperto damista. Tondo decide per un rinvio, ma fissa una nuova impellente riunione nel centrodestra regionale per ragionare sul da farsi.


Il quadro politico è liquido, si è evoluto ancora dall’ultima verifica con Lega e Udc – appena in primavera – da cui scaturì la revoca dell’assessore del Pdl Alessia Rosolen. Il governatore non parla di verifica, ma di «ragionamento complessivo». Bisogna individuare i dettagli, ma, dice subito, il vertice con Pdl, Lega, Udc e, a questo punto, forse pure Futuro e Libertà, arriverà «prima della Finanziaria». L’attesa può iniziare, chi vorrà alzerà il tiro. Ma dovrà parlarne con Tondo: ecco la mossa del presidente.


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