Timori per il bilancio 2012 in ballo un milione di euro

di Maurizio Cescon
Comune con il fiato sospeso e bilancio preventivo per il 2012 in alto mare. Nulla è ancora messo nero su bianco (la giunta regionale sta lavorando sul tema proprio in questi giorni), ma da indiscrezioni si ipotizza un’ulteriore sforbiciata (si parla del 4, forse 5 per cento) dei trasferimenti agli enti locali. E dopo i tagli con la scure del 2009 (7, 8 per cento in meno) un’altra stretta, se confermata, potrebbe mettere in seria difficoltà conti già ridotti all’osso. Quattro, cinque punti di minore finanziamento regionale, per una città come Udine, significa ritrovarsi, da gennaio, senza un milione, euro più euro meno. Gli amministratori locali restano allineati e coperti, in attesa delle scelte di Tondo, ma certo se davvero dovessero constatare che altri soldi mancano, ci si dovrebbe spremere le meningi per trovare la quadratura del cerchio, con risorse sempre più limitate. «Dipendiamo dalla Regione - allargano le braccia a palazzo D’Aronco -, un quadro della situazione più chiaro ce l’avremo tra pochi giorni. Poi sarà importante anche il parere consultivo del Cal, il Consiglio delle autonomie locali». Naturalmente nessuno, e sarebbe certo prematuro, può ipotizzare il ricorso alla leva fiscale comunale: di questi tempi, con la crisi globale che morde sempre di più famiglie e imprese, aumentare l’Irpef o le tariffe sarebbe davvero difficile da far digerire.
Preoccupazioni fondate, sul fronte dei bilanci 2012, anche da parte dell’Anci. Se il presidente Mario Pezzetta aspetta di vedere i numeri, tocca a Giovanni Cumin, responsabile per i piccoli Comuni, lanciare il grido d’allarme. «Il 9 novembre c’è la convocazione dei vertici di Anci, Upi e Aiccre - spiega l’amministratore pubblico - da parte della Regione. In quella sede dovrebbero illustrarci le linee guida del bilancio e confermarci o meno i trasferimenti. Da quanto si capisce, al momento, un taglio dovrebbe esserci, pari al 4 per cento, al massimo il 5 per cento. Tale cifra potrebbe essere recuperata, almeno parzialmente, nell’assestamento di bilancio della sessione estiva, ma si tratta solo di auspici. Con finanziamenti impoveriti i Comuni grandi e piccoli sarebbero sempre più in difficoltà per spese di personale, spese correnti e di gestione. Ognuno cerca di fare economie su consulenze, riscaldamento e altre piccole cose, ma i margini sono molto piccoli ormai. In ogni caso noi siamo impegnati a risparmiare, questa è la linea adottata dalla maggior parte dei Comuni. Del resto l’alternativa è l’aumento della pressione fiscale sui cittadini, cosa che qualche sindaco è già stato costretto a fare, oppure i tagli ai servizi. Comunque aspettiamo fiduciosi la riunione con la Regione del 9 novembre, ci aspettano decisioni importanti per il futuro della nostra gente».
Naturalmente anche la Regione a sua volta, nonostante la specialità, deve fare i conti con i tagli del governo Berlusconi, che inguaiano proprio gli enti locali. Sarà importantissimo capire quanto e come verrà decurtato il bilancio del Friuli Venezia Giulia prima di osservare la ricaduta su Province e Comuni. E intanto la Cgil, attraverso il segretario regionale Franco Belci, boccia subito la finanziaria della Regione, della quale avrebbe esaminato una prima bozza. «Vi sono alcune luci, ma molte ombre», ha dichiarato lo stesso segretario.
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