Tiepolo e Veronese, a Udine un confronto mai visto

UDINE. Ci sarà, per I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, la mostra che si apre a Udine il 17 novembre, una prima davvero eccezionale. Perché, proprio per la prima volta, vi figureranno riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque, opera tagliata negli anni 20 dell’800 e mai ricomposta.
Sarà così possibile vedere il quadro tiepolesco nella sua composizione originaria, riaccostando il Mosè della Scottish National Gallery di Edinburgo con l’Alabardiere dalla collezione Agnelli di Torino, così come documenta una copia coeva, attribuita a Giandomenico Tiepolo, della Staatsgalerie di Stoccarda. Le due parti della tela, che hanno avuto destini conservativi diversi, presentano oggi colori leggermente diversi. Un sistema di illuminotecnica all’avanguardia renderà possibile vedere l’opera sia come è realmente sia secondo una colorazione uniforme.
Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè sal vato dalle acque di Paolo Veronese, che arriva dal Musée des Beaux Arts di Digione, sia per rilevare le assonanze sia la personale soluzione adottata da Tiepolo. Dal confronto diretto tra le due opere nasce il senso dell’esposizione udinese, allestita alla Galleria d’Arte Antica in castello, incentrata sullo speciale rapporto intessuto da Tiepolo con uno dei più importanti esponenti della tradizione pittorica veneziana del Cinquecento.
Tiepolo trovò nell’arte di Veronese lo stimolo al superamento della “maniera scura” e il punto di partenza per la maturazione di un linguaggio che lo avrebbe trasformato in uno dei grandi protagonisti della pittura europea del Settecento. Tale accostamento non sfuggì ai contemporanei, soprattutto al critico Francesco Algarotti, che definì l’amico Tiepolo «l’emulo di Paolo». Al di là di puntuali derivazioni di forme e motivi, per Tiepolo guardare a Veronese significa sia rivisitarne l’interpretazione di temi religiosi o della storia antica, mediante scenografiche impostazioni di natura teatrale, prospettive architettoniche e opulenza decorativa, sia appropriarsi di una tavolozza squillante di colori puri e ombre colorate.
La mostra si articolerà in quattro sezioni nelle quali Tiepolo e Veronese verranno messi a confronto nella trattazione di alcuni temi religiosi, mitologici e della storia antica: il Mosè salvato dalle acque, il Ratto d’Europa, le Cene e i Banchetti, l’Adorazione dei Magi. Il complesso terreno di confronto tra i due artisti sarà messo in luce anche dai bozzetti e dai disegni, che illustrano le varie modalità con cui Tiepolo rilegge l’eredità figurativa di Veronese nei vari momenti del processo creativo, traendone ispirazione sia in termini di composizione spaziale sia di formulazione di singoli motivi.
Oltre alle tele la mostra vanta infatti un gruppo straordinario di fogli di entrambi i maestri, prestati da diversi musei quali la Galleria degli Uffizi, il Victoria and Albert di Londra, l’Ashmolean di Oxford, il Département des Arts Graphiques del Louvre, lo Schlossmuseum di Weimar e lo Städel Museum di Francoforte.
Sarà pertanto possibile far dialogare visivamente sia indagini con singoli motivi sia composizioni di più ampio respiro spaziale e narrativo: così il disegno d’insieme approntato da Tiepolo per il Banchetto di Antonio e Cleopatra verrà esposto insieme ai pensieri veronesiani sul tema dei banchetti, rappresentati dallo studio preparatorio per le Nozze di Cana, e al modello a olio della National Gallery di Londra, con un allestimento che consentirà un sorprendente, scenografico dialogo a due. (r.c.)
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