«Tav, la Venezia-Trieste è prioritaria»

Il ministero alle Infrastrutture ribadisce il valore della linea ferroviaria e studia un tracciato alternativo

UDINE. La linea alta capacità/alta velocità tra Venezia e Trieste riamane «prioritaria» per il Ministero delle Infrastrutture. Ma le grandi opere non sono più l’unica via contro la crisi e per riavviare lo sviluppo economico.

Serve una politica in due tempi. In attesa che il governo si esprima sul tracciato – la palla ce l’ha ora il Ministero dell’Ambiente che deve confrontare i due tracciati ovvero quello costiero (osteggiato dalle due Regioni) e quello parallelo all’autostrada –, e vada avanti l’iter di un’opera a lungo termine, ci sono step di breve e medio periodo.

Interventi che permetterebbero di recuperare fino al 30 per cento di capacità per il trasporto merci sulle attuali linee. A cominciare dall’eliminazione dei passaggi a livello e dei colli di bottiglia proprio tra Veneto e Friuli.

A breve termine

La direttrice è emersa ieri a Trieste durante la conferenza interministeriale che ha visto partecipare Ministeri dei Trasporti, Camere di Commercio, Amministrazioni pubbliche, Università e Partner dei Paesi aderenti al progetto Acrossee (Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Montenegro, Romania, Ungheria, Albania, Grecia, Ucraina e Serbia).

L’incontro ha portato infatti alla firma di un Memorandum d’intesa per la pianificazione di progetti che possono trovare attuazione nel giro di qualche anno nell’area del sud-est Europa.

«Stiamo pianificando una mappa di interventi a breve termine da inserire nella nuova programmazione delle Reti Ten-T – ha spiegato Carlo Fortuna, Capo Unità Trasporti del Cei – che sarà varata in tempi stretti. C’è assoluto bisogno oggi di questi per rivitalizzare l’impresa e l’economia dell’area tramite la riduzione dei costi dei trasporti, mentre l’attesa passiva delle grandi opere porterebbe a una fase di stagnazione anche economica».

Gli interventi

Gli investimenti, per quanto riguarda il NordEst interessano: «La “linea dei bivi di Mestre”, il bivio San Polo, l’eliminazione dei passaggi a livello sulla tratta Venezia-Trieste, la linea Udine-Cervignano, e gli scali merci di Mestre e Trieste Campo Marzio – ha elencato Fortuna –, che dovranno essere riconfigurati per permettere il carico di treni fino a 750 metri ed equipaggiati con sistemi tecnologici di comando e controllo (che permetterebbe di recuperare il circa 30% di capacità di traffico)».

Il governo

Anche l’Italia non può aspettare la Tav. «L’Alta Velocità rimane prioritaria – ha confermato Roberto Ferrazza, responsabile dei progetti Ten-t per il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –, però c’è la necessità di servizi passeggeri e merci che siano adeguati. Per esportare abbiamo sempre più bisogno di linee ferroviarie efficienti, ma il costo della logistica oggi è superiore del 10% rispetto alla media europea e questo è un gap che si deve limare subito».

Tav

Rispetto al patto Veneto-Friuli Venezia Giulia per il superamento dell’ipotesi di una linea ferroviaria costiera, dal Ministero è arrivata la conferma che l’alternativa è allo studio.

«Rete ferroviaria italiana, ha sollecitato il Ministero (dell’Ambiente, ndr) a dare indicazioni per le finalizzazioni del progetto di affiancamento alla linea esistente – ha detto Ferrazza a margine del convegno – Adesso il Ministero dell’Ambiente chiuderà il parere di Valutazione di impatto ambientale (Via) confrontando tra loro sia l’ipotesi costiera che quella di affiancamento alla linea ferroviaria esistente».

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