Tarvisio vuole ridare vita al Monte Castello

TARVISIO. Il Comune di Tarvisio proporrà alla Regione di valorizzare il sito del Monte Castello nella frazione di Fusine in Valromana. Il sindaco Renato Carlantoni e il suo vice Renzo Zanette hanno richiesto un incontro a Trieste per approntare con la proprietà dell’area, un programma di interventi utili a evidenziare i ruderi del castello, testimonianza di secoli di storia che, altrimenti andrebbero definitivamente perduti. «Su proposta del comitato spontaneo locale - spiega Zanette - l’amministrazione comunale intende sostenere il progetto di studio, recupero e valorizzazione dell’area, sulla cui sommità si trovano i resti del Castello di Weissenfels, per trasformare questo importante e suggestivo sito culturale in meta turistica e paesaggistica».
«Il sindaco Carlantoni – continua Zanette - ha richiesto alla Regione l’estensione dell’invito all’incontro anche ai funzionari dei Beni culturali e paesaggistici e a quelli della Soprintendenza per i beni archeologici del Fvg, per concertare modalità e tempi per effettuare un’indagine archeologica preliminare, da farsi già quest’anno, che consentirà di calibrare i successivi interventi. Il recupero e la valorizzazione di questi giacimenti culturali – conclude Zanette – non potranno che arricchire l’offerta culturale e turistica del comprensorio, già ricco di importanti siti storici, incrementando la presenza di visitatori, con benefici all’indotto economico locale».
Dal punto di vista storico è da ricordare che il poderoso Castello fu costruito nel 1431 dal nobile Federico II di Cilli, signore di Weissenfels, diventando il punto di riferimento socio–amministrativo di una vasta regione comprendente tutto l’alto corso della Sava. In seguito, la proprietà passò agli Asburgo ed ad altri rappresentanti della nobiltà germanica, ma nel corso del 18° secolo la fortificazione venne abbandonata e il luogo andò in rovina. Fino a oltre la metà del secolo scorso, prima che la vegetazione avesse il sopravvento, le rovine sulla cima del monte erano ben visibili anche dal capoluogo della Valcanale.
Giancarlo Martina
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