Tarantola, c’è già chi vuole rilevarla

Udine, Tavoschi ieri ha riaperto la libreria di Vittorio Veneto dopo le ferie: i vecchi clienti mi dicono di non mollare, ma io smetto
La libreria Tarantola
La libreria Tarantola

UDINE. «Ho avuto la fila dei vecchi clienti. Per la verità qualcuno era pure contrariato, mi ha detto che non si fa così, che non devo mollare. Ma io non torno indietro, a fine anno chiudo la libreria e vado in pensione. La decisione è presa».

Ieri Giovanni Tavoschi, 73 anni, storico titolare della Tarantola di via Vittorio Veneto, la più antica libreria udinese, ha riaperto, dopo il periodo di ferie. Ma sarà l’ultima volta, almeno sotto la sua gestione. Da quando la notizia è diventata pubblica, però, a Tavoschi sono giunti attestati di solidarietà e affetto, chiamate degli amministratori comunali e pure qualcuno che si è fatto avanti per provare a rilevare l’attività.

«Già oggi (ieri mattina per chi legge, ndr) una signora, da fuori Udine - spiega il titolare - è venuta a vedere il negozio. Mi sembrava interessata, ora attendiamo gli sviluppi, se succede qualcosa di sostanzioso. Si è informata un po’ su tutto, ha visto i locali, la dotazione di volumi, ha chiesto di affitti, importi di gestione, personale. Insomma un po’ tutto quello che serve a chi ha intenzione di rilevare un negozio. Avevo avuto un altro contatto, tempo fa, ma non ci sono stati seguiti. Adesso speriamo che la cosa prenda una piega positiva e si possa concludere».

Ai clienti affezionati della Tarantola però, non scorgere più Giovanni Tavoschi indaffarato tra gli scaffali, farà un certo effetto. «Io mi diverto a esaminare libri particolari, rari o di qualche casa editrice piccola o poco conosciuta - ammette il gestore -. E la gente che fa ricerche su temi specifici, che ha bisogno di saggi, pubblicazioni straniere o fuori commercio, viene da me e chiede una mano. Se posso li aiuto volentieri, lo farò ancora, anche con una nuova gestione. Confermo la disponibilità per consigli e suggerimenti, una volta che sarò in pensione».

La città di Udine non può permettersi di perdere un altro pezzo della sua storia e così anche l’amministrazione pubblica ha preso contatti con Tavoschi. «L’interesse del Comune mi ha fatto molto piacere - racconta -, gli assessori Pirone alla cultura e Venanzi al turismo e commercio mi hanno chiamato e abbiamo fatto una chiacchierata. Dovremmo vederci a breve, fisseranno un incontro, io spero che anche questa strada porti a qualcosa».

Già perchè in ballo c’è anche la possibilità di una liquidazione totale per cessata attività. E visto che dentro il prezioso scrigno della Tarantola vi sono circa 40 mila titoli, non sarebbe una cosa da poco. «All’Ascom mi hanno detto che si interessano alla mia richiesta - conclude Tavoschi -, credo che la decisione finale spetti al Comune che deve recepire una certa normativa. So che da altre parti si è fatto, in caso contrario avrei la possibilità degli sconti minimi, al 15% o al massimo al 20% per libri che sono da almeno sei mesi in giacenza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto