Tante risate a teatro con L’Arc di San Marc che fa anche pensare

DI UDINE. “Tant la vita a è fata cussì...ninin 'ti si la scrivis di bessol e ninin a ti la scrivin chei altris”(tanto la vita è fatta così: un po' è come te la scrivi, un po' come te la scrivono gli...
Di Jennifer Ceconi

DI UDINE. “Tant la vita a è fata cussì...ninin 'ti si la scrivis di bessol e ninin a ti la scrivin chei altris”(tanto la vita è fatta così: un po' è come te la scrivi, un po' come te la scrivono gli altri): con questa massima si conclude lo spettacolo “La gelosia dal Barba Zuan” portato in scena dalla compagnia “Arc di San Marc” di San Martino al Tagliamento lo scorso 4 maggio al teatro Miotto di Spilimbergo.

La piece, calco de “La Jalousie du barbouillé” di Moliere, è stata poi rivisitata da Licinio Del Bianco che l'ha proposta in lingua friulana e arricchita con elementi ex-novo di propria creazione.

Alle 21 il sipario si apre su attori decisamente indisciplinati: alcuni chiacchierano, altri passeggiano tra il pubblico, solo uno di loro si accorge di essere in scena e inizia a presentare i suoi “colleghi”.

Il compito tuttavia si rivela piuttosto arduo, il chiacchiericcio è sempre più assordante: l’uomo urla e l'ordine viene ristabilito; poi chiama tutti a raccolta intorno ad un libro, è un libro speciale, vi è scritta la storia che andranno a recitare; lo apre: la magia del metateatro ha inizio. Le parti vengono assegnate, il racconto prende vita: tutto verte intorno ai vicendevoli tiri mancini tra Barba Zuàn (Max Salvador) e la moglie Anzula (Daniela Querin) persa del giovane Valeri (Alessandro Venier) che cerca di insidiare in tutti i modi senza riuscirvi; Valeri infatti è innamorato della sorella di Anzula, Catina (Giulia Scodellaro). A complicare tutta la vicenda l' Agna Sivila (Bruna Cancian), sua sorella Sùbula (Anna Tramontin) e un dottore (Adriano Truant) incapace di parlar chiaro; ne risulta uno spettacolo entusiasmante che oltre a suscitare ilarità fa anche un po' pensare.

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