“Tajut” e tartina a 4 euro in osteria per promuovere le eccellenze
Un calice di vino rosso ad accompagnare i cestini di polenta con salsiccia e fonduta di Montasio, una frittella ripiena di crema alla grappa servita con un Ramandolo, un crostino con musetto “Lovison” da gustare con un doc “Luisa”. Proposte accattivanti a un prezzo stracciato – 4 euro – pensate per far conoscere le eccellenze friulane. È il filo conduttore dell’iniziativa “Carnevale in osteria 2019”, in programma dal 28 febbraio al 5 marzo a Udine, presentata ieri mattina dal sindaco Pietro Fontanini, l’assessore al Turismo, Maurizio Franz, il presidente di Confesercenti Udine, Marco Zoratti, e il presidente del Comitato difesa osterie, Enzo Mancini.
Sono 19 le osterie udinesi aderenti, ognuna pronta a servire un piatto speciale a friulani e non solo, a pochi euro. Dopo l’intervento del primo cittadino che ha rimarcato l’importanza di avere adottato un prezzo promozionale, la parola è passata a Zoratti. «L’obiettivo è valorizzare la città e le sue osterie chiamando gente anche da fuori per dare una mano alla nostra economia – ha spiegato –. Anche per questo abbiamo scelto di realizzare la brochure in tedesco, in modo da avvicinare a Udine anche turisti dall’Austria».
Ricordati gli appuntamenti del carnevale in città («Oltre alle animazioni e i giochi di piazza San Giacomo, sarà possibile godere della pista di pattinaggio di piazza Venerio fino al 10 marzo»), Franz ha voluto complimentarsi con gli organizzatori del “Carnevale in osteria”. «Ci auguriamo che sia solo l’inizio di una serie di iniziative che vedono come protagoniste le osterie di Udine per promuovere e valorizzare le nostre eccellenze anche all’estero – ha osservato –. Ho già chiesto una collaborazione per la prossima edizione di Friuli doc, la 25°: le osterie devono diventare il veicolo per promuovere il territorio». Giovedì 28 febbraio, alle 17, l’appuntamento è all’osteria al Vecchio Stallo, in via Viola, dove si terrà il convegno “Le osterie nel terzo millennio” con la giornalista Lucia Burello. Il 6 marzo, invece, in tutte le osterie sarà possibile degustare “renghe e polente”, la classicissima aringa con la polenta.
«Le osterie hanno bisogno di visibilità – ha detto Mancini –, e questo appuntamento va nella direzione giusta: grazie a tutti coloro che hanno deciso di aderire».
Simone Lugano, titolare dell’osteria “Al fari vecjo” di via Grazzano, servirà ravioli alla friulana con burro d’alpeggio e pitina, presidio Slow Food. «E un calice friulano di Subida di Monte – ha specificato –. Avevamo proposto questo piatto a novembre e l’idea era piaciuta, così abbiamo deciso di ripresentarlo: questa iniziativa può rappresentare una ripartenza per riportare in vita le osterie». È d’accordo Andrea Boel, alla guida dell’osteria “Al Canarino” dal 1984. Nel locale si potrà degustare una tartina con tonno affumicato su misticanza, accompagnata da un calice di Malvasia “Pizzuti”. «Questo, per i titolari delle osterie, è l’inizio di un lungo percorso. Se il Comune ci dà una mano noi siamo pronti a dare vita a tante idee: speriamo che questa iniziativa si ripeta anche a Friuli doc», ha affermato. Vedere un evento simile a Friuli doc è il desiderio anche di Loris Piccini, titolare dell’enoteca “Ai Barnabiti”. Per questi giorni di festa il cliente assaggerà una crespella farcita con ricotta e spinaci, abbinata a un calice di friulano “Sclubla”. «Grazie alla Confesercenti e al Comitato siamo riusciti a mettere d’accordo tutti per fare una cosa condivisa – ha riferito –. Credo sia importante per una kermesse come Friuli doc portare questo genere di iniziativa, con la mappa delle osterie e la loro proposta gastronomica: si dà modo alla gente che non vuole sedersi a uno stand di mangiare bene in un locale». –
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