Tagliati i pini nel cimitero “Colpa” degli aghi sulle tombe

La protesta di un cittadino: «Se è questa la motivazione, c’è da essere sbalorditi» E gli alberi hanno “resistito” alla bufera che a novembre ha devastato i boschi



«Il maltempo di un mese e mezzo fa ha abbattuto milioni di alberi, non c’era davvero bisogno di allungare la lista».

Giovanni Valvasori è un residente di Pordenone che spesso accompagna la moglie in cimitero a Tramonti di Sotto per far visita alla tomba del suocero.

Domenica scorsa l’amara sorpresa: le sette conifere che da più di sessant’anni facevano da cornice al camposanto tramontino sono state abbattute. «Non si dica che erano piante ammalate o colpite dal vento perché ci sono le prove del contrario – ha raccontato l’uomo al Messaggero Veneto –. Un abitante mi ha confidato che più di qualcuno si era lamentato. I pini perdevano molti aghi e sporcavano le lapidi, soprattutto quelle più vicine all’ingresso. Se è questa la motivazione del taglio c’è da restare sbalorditi».

«Quei tronchi – aggiunge Valvasori – avevano resistito a tormente fortissime. Due anni fa la pineta del camping venne sradicata da un fortunale ma questi esemplari restarono ben saldi al terreno. Non c’è segno di fragilità né sulla corteccia né tra le ramaglie».

Per il momento dal municipio del paese non si registrano commenti. Quasi sicuramente gli alberi saranno sostituiti da specie più autoctone e meno a rischio come i faggi (le conifere presentano un apparato radicale molto superficiale e ciò spiega perché la maggior parte delle “vittime” del vento di fine ottobre sia rappresentata proprio da abeti).

Un accenno di Valvasori è andato all’ondata di maltempo di qualche settimana fa che, da stime della Guardia forestale, ha coinvolto più di 13 milioni di arbusti in tutto il nord Italia. Il pordenonese ha anche puntato il dito contro lo scarso decoro che ora si respira in zona. «I contenitori dell’acqua e oggetti vari sono da oggi ben visibili non appena ci si avvicina al cimitero», ha concluso l’uomo.

Un provvedimento simile è stato adottato alcuni mesi fa anche nel limitrofo camposanto di Tramonti di Sopra, ma in quel caso non ci sono state polemiche o proteste. Anzi, si può parlare di un intervento eseguito con una tempistica perfetta. Le piante rimosse dall’area di visita del camposanto avevano infatti qualche problema e alcune di queste erano praticamente secche.

È quindi evidente che le raffiche di Scirocco che hanno spirato a 200 chilometri all’ora la notte del 31 ottobre avrebbero causato gravi danni ai muri di cinta e alle stesse lapidi. Per non parlare dei potenziali pericoli alla pubblica incolumità. –



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