Tagli al teatro, cambia l’addetto stampa

Cambia, dopo 13 anni, il responsabile della comunicazione del teatro Giovanni da Udine. Ma l’avvicendamento non è indolore: il giornalista professionista Gianmatteo Pellizzari è infatti l’ultima vittima della crisi. In particolare dell’austerity che il Governo Monti ha imposto a enti pubblici e fondazioni. Pellizzari, udinese di 41 anni, ha rifiutato il taglio, di poco inferiore al 20%, proposto dal presidente della Fondazione Tarcisio Mizzau, al compenso che percepiva per il ruolo di addetto stampa. La retribuzione per la stagione 2012-2013 (il contratto è di un solo anno) ammonta a 24 mila euro più Iva. Tre i candidati che avevano sostenuto le prove di idoneità per il posto in palio. Oltre a Pellizzari, risultato comunque vincitore dopo il colloquio con i vertici della Fondazione, c’erano il pubblicista Sandro Sguazzin (secondo in graduatoria e al quale alla fine è stato assegnato l’incarico dopo la rinuncia di Pellizzari) e l’agenzia di comunicazione “Stilo”.
«L’unica scelta possibile, dal mio punto di vista, è quella che ho fatto: le condizioni dell’ennesimo rinnovo contrattuale, ottenuto dopo aver “sconfitto” gli altri candidati, si sono rivelate inaccettabili - ha spiegato l’interessato, rammaricato ma determinato nel rivendicare le proprie ragioni -. Inaccettabili per Gianmatteo persona, prima ancora che per Gianmatteo giornalista professionista, perché dopo 13 anni di servizio non ci si dovrebbe ritrovare con il compenso drasticamente decurtato. Specie se la decurtazione, poi, non rappresenta un sacrificio condiviso dall’intera struttura, ma va a colpire solo pochissimi collaboratori esterni».
Dal canto suo Tarcisio Mizzau, presidente della Fondazione teatro, imputa al clima di austerità il “sacrificio” economico sulla figura dell’addetto stampa. «Come Fondazione abbiamo chiesto l’iscrizione al registro degli enti con personalità giuridica - rileva -. Questa condizione ci obbliga di conseguenza a rispettare le regole degli enti pubblici. Per quel posto dovevamo mettere in concorrenza diversi candidati, come previsto dalla legge e così abbiamo fatto. A tutti abbiamo proposto un certo compenso, che è inferiore a quello che Pellizzari percepiva finora, ma che noi abbiamo considerato congruo, di mercato. Lui non ha ritenuto il compenso adeguato alla sua professionalità e così noi abbiamo optato per il secondo in graduatoria. Noi siamo tenuti a risparmiare e lo abbiamo fatto. Per Gianmatteo dispiace molto, il suo lavoro, in tutti questi anni, è sempre stato impeccabile». (m.ce.)
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