Tagli ai vitalizi, venti ex parlamentari si affidano a Paniz

Da Antonione a Ruffino, da Budin a Renzulli gli ex onorevoli incontrano l’avvocato: ricorsi alla Camera entro il 10 settembre

UDINE. C’è la vedova di Alfredo Pazzaglia, cagliaritano, esponente del Msi, alla Camera per 24 anni. E Mario Dino Marocco, 91 anni, gradese, esponente Dc, deputato per tre legislature, dal 1968 al 1979. E si è presentato anche chi, non ancora in età da vitalizio, si porta avanti, preparandosi a difendere l’assegno.

Alla corte del penalista Maurizio Paniz, ieri mattina si sono salutati in molti, oltre una ventina tra ex deputati e senatori, chiamati a raccolta dall’associazione che raduna chi è stato parlamentare. Una pattuglia che ha affidato all’avvocato bellunese il compito di mettere a segno i ricorsi contro i tagli ai vitalizi voluti dal M5s, varati dall’Ufficio di presidenza della Camera e in vigore a gennaio. Convocati da Francesco Moro, ex senatore della Lega, guida dell’associazione, a fine colloquio una ventina firmerà il mandato a Paniz che dovrà presentare i ricorsi entro il 10 settembre.

Ricorsi rapidi, rapidissimi. Si comincia dal Consiglio di giurisdizione della Camera, si passa al Collegio d’appello, quindi in Cassazione e poi fino in Europa, ha confermato anche ieri l’avvocato illustrando l’iter e rispondendo alle domande dei “clienti” o potenziali “clienti”.

Chi c’era non ha piacere di parlare. Ma i nomi, le facce degli amici, rimbalzano. Stringono mani Roberto Antonione, ex presidente della Regione, senatore dal 2001 al 2008 e deputato dal 2008 al 2013, che dei circa 6 mila euro lordi al mese di vitalizio se ne vedrebbe tagliare 2 mila; il pordenonese Manlio Contento, esponete di An poi Pdl, che alla Camera ha fatto quattro giri, dal 1996 al 2013.

Ma anche l’udinese Elvio Ruffino, deputato per Pds poi Ds dal 1994 al 2001, che dai circa 4.500 euro lordi al mese passerebbe a 3.200. Non risponde al telefono Ruffino – perdoni l’insistenza. Prova a staccare la comunicazione, ma sbaglia tasto. “È il Messaggero che vuole sapere se sono andato..”. Cade la linea. Ha il merito di intuire chi lo cercasse.

Manlio Collavini fa storia a sè, perché dal ricalcolo otterrebbe 700 euro lorde in più al mese (ha un vitalizio di 6.500 euro lorde), ieri non c’era ma aveva avvisato dell’assenza.

Non è interessato al ricorso Giorgio Santuz, deputato dal 1972 al 1992, e lo fa sapere agli amici che incontra. La sua pensione sfiora i 10 mila euro lordi e subirebbe un taglio di oltre 3 mila. Fanno capolino il leghista Rinaldo Bosco, tre legislature, riduzione da 6.500 a 3.800 circa.

E poi i colleghi con due mandati Milos Budin, da 3.100 a 1.900 circa; Giulio Colomba, da 3.400 a 2.100 circa; Aldo Gabriele Renzulli, 4.700 a 2.300, e Danilo Moretti (le cifre della sua pensione non sono disponibili). Da Paniz ci sono anche i senatori Diego Carpenedo e Alessandro Maran. Si vede Carlo Sticotti, leghista, deputato per una legislatura. Ha 61 anni «e non incassa ancora il vitalizio, ma è venuto a prendere informazioni», dice Moro. Si rivede Flavio Pertoldi, deputato fino al 2008 e poi senatore fino al 2013. Più d’uno giura d’averlo visto, lui nega. Dev’essere il panico da tagli.

 

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