Tacito “gela” i maturandi del Classico

Al liceo Classico di Gorizia, ieri mattina, è calato il gelo nell’udire la parola “Tacito”, oggetto della seconda prova per l’esame di maturità. La traduzione del brano in latino tratto da “Gli ultimi giorni di Tiberio” ha sconvolto molti studenti anche se, dopo tanti anni, c'era più di qualche probabilità che uscisse proprio questo tema.
Alle 12.30, di fronte all’edificio in viale XX settembre, sono in pochi gli studenti già usciti dall’aula. Discutono di qualche aspetto della traduzione ma più che altro sembrano ancora concentrati e nervosi dopo aver affrontato un argomento che, a seconda delle testimonianze, ha suscitato “tensione”, “sconforto”, “sorpresa” e “amarezza”.
Nel chiedere ai ragazzi e alle ragazze com’era, nel dettaglio, questo testo, nasce una curiosa discussione sui destini di Tiberio. Era vivo o morto, a un certo punto? Quel che è certo, è che alla fine lo ammazzano. D’altronde, è sicuro che un simile scritto sia stato selezionato proprio per alcune ambiguità, anche stilistiche, dove tanti verbi sono sottintesi.
Sarà per questo che, attorno a 12.30, fuori dall’aula c’erano solo 6-7 ragazzi e ragazze. La stragrande maggioranza ha scelto di rivedere la traduzione fino all’ultimo, dato che la consegna era prevista per le 12.50. Per Michele Caloperito ad esempio, «Tacito era la grande incognita da anni. Un po’ ce lo aspettavamo». Sia lui sia Virginia Quarantotto Vittori, sua compagna di scuola, sembrano ormai proiettati sulla famosa ultima prova “a quiz” dei prossimi giorni, ma non si sbilanciano sull’esito della giornata: «Probabilmente – ci dicono - mentre parliamo la versione tradotta sarà già su Internet e i dubbi dureranno poco».
Per altri, come Andrea Blason e Maria Sara Vigoriti «tutto andrà per il meglio»: in particolare quest’ultima ha fatto notare come, al Classico, venga fatto anche un minimo di «terrorismo psicologico» dall’inizio dell’anno sugli esami di maturità, quindi, alla fine si arriva quasi preparati. Anche Giulia Coceani appartiene a quel gruppetto che pensa che il peggio sia passato: «Rispetto ad oggi la situazione non può che migliorare. A parte matematica, dovrebbe andare tutto bene».
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