Super Mario saluta in friulano

Biondi applauditissimo salla diga di Grado «Ciao a tutti, cemût...»

GRADO Mario Biondi inaugura come meglio non si può la sesta edizione di Grado Festival Ospiti d'Autore, con una fantastica band di dodici elementi sul palco. «Volevamo dimostrare di essere... in Grado – commenta alla fine con una battuta – di meritarci la fiducia degli organizzatori».

Classe vera, musica ai massimi livelli, un connubio raffinato di sonorità jazz, soul e funky, per un impatto sonoro edificato sulla voce di Mario Ranno in arte Biondi (il cui nick name riprende quello del padre, il cantante Stefano Biondi), capace da sola di sostenere un intero concerto e di creare atmosfere inconfondibili e difficilmente riproducibili da chiunque altro o in un altro contesto. Il mare e una serata dal clima generosa fanno il resto. Un plauso va fatto a tutti i musicisti: all’impeccabile sezione di fiati (in particolare Daniele Scannapieco al sax), un piano a coda (affidato al bravissimo Claudio Filippini), alla parte ritmica che vede Lorenzo Tucci alla batteria e Tommaso Scannapieco al contrabbasso, alla chitarra di Michele Bianchi e alla voce (bella, come lei) di Samantha Iorio, il tutto supportato dal resto della band, con un insolito Ciro Caravano dei Neri per Caso alle tastiere. Ciro è uno che ha l'orecchio assoluto (ovvero è in grado di riconoscere le note, così come una persona normale fa con i colori) ed averlo al fianco è decisamente un valore aggiunto.

Mario è simpatico, scherza, imita Mike Bongiorno, gigioneggia e giganteggia sul palco, esordendo con un saluto multilingue nel quale include un «Cemût?» con grande disinvoltura. Come aveva annunciato nel corso della nostra intervista, Biondi imposta il concerto di Grado prevalentemente sulla scaletta del nuovo cd Sun, ma nella seconda parte dello show non possono mancare cover importanti (Close to you, My girl) e classici della sua scrittura, come Be lonely, Ecstasy, No mo' trouble e Rio de Janeiro Blues.

Il bis è una corale This is what you are. Quindi saluti ed inchini su Get Lucky dei “Daft Punk”.

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