Suore della Provvidenza a Cormòns 521 lapidi ricordano il loro operato

NS. Dicono che i cimiteri raccontino la storia dei luoghi meglio di qualunque altro sito. A Cormòns, o meglio a Brazzano, è proprio così: il camposanto militare austro-ungarico è una sorta di segnalibro nel volume di storia che si legge attraverso queste terre, dove riposano 534 caduti della Grande guerra, compresi 147 soldati russi fatti prigionieri sul fronte orientale dall’esercito imperiale.

Ma se quello della frazione è un cimitero che rammenta i drammi che hanno scosso il territorio (e il mondo), quello di Cormòns racconta la storia di una comunità con le 521 sorelle della congregazione delle Suore della Provvidenza. Un’istituzione che ha attraversato gli ultimi 150 di storia della città. Prima delle Suore della Provvidenza, fino al 1812, c’era stata un’altra presenza religiosa, le Consorelle della Carità, costrette però a cessare l’attività a causa della soppressione degli ordini religiosi da parte delle leggi napoleoniche. La rinascita del convento quando arrivarono le Suore della Provvidenza, nel 1866, aprendo successivamente una scuola dell’infanzia e un ospizio per consorelle, ancora oggi esistenti.

E scorgendo tra le tombe si nota davvero come raccontino la storia che va dalla fine dell’Ottocento a oggi: lo si capisce notando l’anno di nascita più lontano nel tempo (1896) di una consorella che riposa a Cormòns a pochi metri dalla tomba di un figlio illustre di questa terra, il poeta Dolfo Zorzut. Nell’ala centrale del camposanto svetta un altro monumento funereo: “Questo ricordo le famiglie posero ai loro cari morti nella Grande guerra”, recita la lapide sotto la quale riposano 24 civili cormonesi caduti nel primo conflitto mondiale. Tra loro, anche diversi bambini: il più piccolo, Antonio Brach, morì nel 1915, a soli cinque anni. (m.f.)