Studenti contro al D’Annunzio «Ci dissociamo dai vandali»

C’era da aspettarselo. Sì, si trattava solamente di attendere la reazione degli studenti che nulla hanno a che vedere con il raid vandalico all’Istituto D’Annunzio. Perché la maggioranza (sino a ieri silenziosa) ci tiene a quella scuola con orgoglio e senso di appartenenza. E vederla lordata ha fatto arrabbiare più di qualcuno che ha sgobbato per l’intero anno scolastico, seguendo le lezioni, studiando, mettendoci impegno.
Questa premessa è doverosa per presentare la breve lettera aperta che gli studenti dell’Itas D’Annunzio (così è firmata) hanno voluto inviare alla nostra redazione. «Dopo la pubblicazione di vari articoli riguardanti l’accaduto della notte fra il 5 e il 6 giugno noi studenti delle quinte volevamo spendere alcune parole - si legge in quello scritto -. La nostra scuola, l’Itas D’Annunzio di Gorizia, dopo i tristi eventi, ha avuto un crollo di immagine. Non riteniamo sia corretto che tutti gli studenti ne risentano, a causa di pochi ragazzi che hanno dimostrato di essere infantili e per nulla rispettosi».
La presa di distanza è netta. Gli studenti si dissociano dagli autori di un raid che è balzato alla ribalta anche delle cronache nazionali. Proprio per dare voce a questo sentimento di scoramento misto a rabbia, gli studenti chiedono che venga data loro voce. «Fieri di appartenere a questo istituto - scrivono - ci sentiamo colpiti nel profondo e ci dissociamo completamente dai fatti accaduti».
Non solo. Gli alunni, che si definiscono «scioccati e dispiaciuti» per le azioni di alcuni compagni, si sono subito attrezzati per ripulire la scuola e permettere ai ragazzi frequentanti le classi inferiori di riprendere l’attività didattica. «Inoltre, sapendo di non aver permesso al bar scolastico di lavorare, gli alunni hanno raccolto dei soldi da destinare al gestore», si legge nella breve (ma significativa) nota.
Un veloce ripasso. Il “D’Annunzio” venne trasformato in una stalla lordata con terriccio, fieno, rifiuti di ogni genere e messa letteralmente a soqquadro in un’azione che di goliardico e divertente non aveva proprio nulla.
Un atto vandalico in piena regola che costrinse i 600 alunni a passare buona parte della mattinata nel cortile, in attesa che le forze dell’ordine facessero i loro rilievi. Sul posto, infatti, gli agenti della Polizia scientifica a caccia di eventuali impronte digitali o tracce utili per individuare i responsabili. A scoprire le devastazioni fu il personale ausiliario della scuola che, di prima mattina, aprì i locali in attesa dell’arrivo degli alunni. All’esterno campeggiava un lenzuolo con la scritta “Welcome to hell” (Benvenuti all’inferno) che lasciava intravvedere nulla di buono.
Nel cortile, un centinaio di banchi presi nelle aule e ammonticchiati all’esterno a formare una sorta di castelletto. Della vergogna. —
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