Studentessa sequestrata per estorsione: due in cella

Estorsione, sequestro di persona a scopo estorsivo, truffe online sulla vendita di auto di lusso: sono i reati per i quali il gip del tribunale di Ancona Carlo Cimini ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Shamir Braidich, residente a Pasiano di Pordenone e Simone Zigagno, residente a Pravisdomini, entrambi 28enni.
L’interrogatorio. I carabinieri della stazione di Ancona Brecce Bianche, in collaborazione con i colleghi di Prata e Azzano Decimo hanno eseguito nei giorni scorsi gli arresti. Braidich e Zigagno sono stati portati in carcere a Pordenone e interrogati per rogatoria dal gip Eugenio Pergola.
Zigagno ha respinto ogni addebito e Braidich ha negato un suo coinvolgimento nella presunta estorsione, sottolineando che le frasi da lui pronunciate alludevano a un suo timore personale per le conseguenze che avrebbe potuto subire da altre persone, di cui non è stato in grado di fornire l’identità. La difesa degli indagati ha chiesto la revoca della misura cautelare: sul punto la valutazione spetterà al gip Cimino, al quale sono stati trasmessi tutti gli atti relativi all’interrogatorio.
L’inchiesta. L’indagine, molto articolata, è partita proprio da Brecce Bianche dalla denuncia di una studentessa anconetana di 28 anni. La ragazza ha asserito di essere stata costretta da alcune persone a versare sul proprio conto corrente postale un assegno di 26 mila euro, risultato poi provento di una truffa e che, sempre dietro costrizione, avrebbe dovuto riscuotere la somma versata, accompagnata da alcuni membri della banda. I carabinieri hanno avviato un indagine per estorsione e sequestro di persona. Sono seguiti pedinamenti e appostamenti nei pressi della casa della studentessa e intercettazioni telefoniche.
I primi arresti. Un pomeriggio due donne C.M. 39 anni e P.I.C., 32 anni, hanno accompagnato la studentessa all’ufficio postale di Ancona e poi a casa sua dove nel corso della serata, secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, sarebbero arrivati gli altri componenti della banda, tali “Marco” e “Giorgio”, i quali, secondo gli inquirenti, avrebbero definito con metodi violenti la questione del mancato prelievo del denaro. Temendo per l’incolumità della studentessa, i militari dell’Arma sono a quel punto intervenuti, arrestando le due donne.
Assegno clonato. Dalle successive indagini è emerso che l’assegno circolare di 26 mila euro, versato sul conto corrente della studentessa universitaria, era stato clonato ed era riconducivile a una truffa perpetrata ai danni di una persona residente a Schio, in provincia di Vicenza, il quale, dopo aver acquistato un’auto di grossa cilindrata, aveva inviato tramite whatsapp all’ipotetico venditore la foto dell’assegno circolare. L’assegno era stato riprodotto e poi versato sul conto postale della studentessa di Ancona.
Le auto di lusso. I carabinieri ipotizzano che la banda abbia messo a segno altre sei truffe in tutta Italia, ottenendo profitti per oltre 150 mila euro. Bmw X4, Porsche Cayenne e Ferrari sono state vendute a prezzi stracciati in Veneto e ad Ancona. Ma era un raggiro online. Secondo gli inquirenti, i truffatori si facevano spedire dagli ignari clienti le foto di assegni circolari, che venivano clonati per l’incasso. Gli assegni delle vendite bluff venivano, sempre secondo la Procura di Ancona, intestati a soggetti deboli, come la studentessa che ha sporto denuncia. Nel suo caso le sarebbe stata promessa una provvigione di 3 mila euro sui 26 mila euro dell’assegno.
Il ruolo dei pordenonesi. Chi erano i misteriosi “Marco” e “Giorgio”? I militari dell’Arma di Brecce Bianche ritengono di averli individuati proprio nei due giovani residenti in provincia di Pordenone. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata richiesta sulla scorta delle intercettazioni telefoniche. (i.p.)
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