Stretta della Slovenia, tampone settimanale obbligatorio anche per i lavoratori transfrontalieri

LUBIANA. Questa volta la Slovenia fa sul serio. Se il decreto legge che imponeva il tampone o il test molecolare rapido ogni sette giorni per i lavoratori o gli studenti transfrontalieri, emesso il 5 febbraio scorso ed entrato in vigore il giorno successivo per poche ore, è morto quasi senza nascere per la valanga di proteste con cui è stato travolto l’esecutivo di Lubiana dall’una e dall’altra parte del confine, quello invece emesso giovedì 4 marzo e che entrerà in vigore a partire da lunedì 15 marzo sembra destinato a durare.
E le ragioni le ha spiegate molto chiaramente il ministro degli Interni Aleš Hojs. «Sulla base dell'incontro di mercoledì con la commissione di esperti, il governo ha discusso il decreto che regola il regime alle nostre cosiddette frontiere interne, ovvero le frontiere dell'area Schengen, e alla nostra frontiera esterna Schengen, ossia la frontiera con la Repubblica di Croazia». La situazione secondo Hojs è peggiorata e Lubiana è molto preoccupata per le cosiddette varianti del Covid-19 e della reale efficacia dei vaccini contro le stesse. «Così - ha affermato il ministro - abbiamo deciso di inasprire nuovamente le condizioni di ingresso ai nostri confini».
Da qui anche l’introduzione, come detto, «di test obbligatori per quelle eccezioni che attraversano il confine su base giornaliera». Per questi, i test saranno obbligatori una volta alla settimana e dovranno essere esibiti al momento di transito al confine. Si tratta di migranti transfrontalieri che lavorano quotidianamente o settimanalmente, soggetti che occasionalmente attraversano il confine allo scopo di aiutare o prendersi cura delle persone. Poi ci sono gli studenti transfrontalieri. Dal test sono esentati i bambini fino all’età di 13 anni, non coloro che accompagnano i ragazzi a scuola.
«Lo stesso vale per i proprietari terrieri o gli inquilini. Quindi, tutti questi devono avere un test negativo, non più vecchio di sette giorni. Tuttavia, abbiamo deciso che tale obbligo entrerà in vigore solo sabato prossimo, cioè il 15 marzo - ha precisato Hojs - per questi primi cinque giorni, tutti avranno tempo sufficiente per trovare un luogo adatto per svolgere il test richiesto. D'intesa poi con il ministro della Salute, organizzeremo probabilmente tre o quattro punti aggiuntivi separatamente, al confine con l'Italia, la prossima settimana, cioè nella settimana in cui si effettueranno questi test, dove il problema è maggiore. Lì i transfrontalieri potranno farsi testare volontariamente e gratuitamente».
A tutti i confini interni di Schengen, cioè i confini con Italia, Austria e Ungheria, la Slovenia reintrodurrà i posti di blocco. Questa volta però ci saranno tre tipi diversi di valico. Quelli di tipo A saranno aperti o attraversabili 24 ore su 24. Questi punti di ingresso sono al confine con l'Italia: Vertoiba, Fernetti e Rabuiese. Quelli di tipo B saranno aperti solo a determinati orari. Sono principalmente intesi non per il transito, ma per l'attraversamento del valico locale. Al confine con l’Italia sono quelli di Pese, Robič, Predil, Nova Gorica-Erjavčeva, Neblo e Rateče. Un altro cambiamento importante è che nel caso non ci sia un test negativo, tampone o antigene rapido, al momento dell'ingresso in Slovenia se non si è stati vaccinati o guariti dal Covid, si va in quarantena che però può essere interrotta con test negativo solo dopo il quinto giorno e non dopo il primo come succedeva fino ad oggi.
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