Strassoldo: «Non ho favorito nessuno a quel concorso»

L’ex professore è accusato d’abuso d’ufficio per un posto di ricercatore assegnato al figlio di un collega
ANTEPRIMA s. guzzanti contestata dal prof. Strassoldo
ANTEPRIMA s. guzzanti contestata dal prof. Strassoldo

Il professore Raimondo Strassoldo Graffemberg, 71 anni, docente di Sociologia dell’arte dell’università di Udine, è stato rinviato a giudizio perché accusato d’abuso d’ufficio. Secondo la Procura cercò di fare assegnare un posto di ricercatore al figlio di un collega. Ma lui assicura che non è così: nessun favoritismo, ma una semplice diversità di vedute rispetto alle altre due commissarie.

I fatti risalgono al periodo compreso tra il maggio e il luglio del 2011, quando una segnalazione - circolata anche attraverso una rivista specializzata in Psicologia - mise in moto la macchina investigativa. All’epoca, Strassoldo era stato nominato presidente della commissione che avrebbe dovuto seguire la procedura di valutazione comparativa per la copertura di un posto di ricercatore universitario per Sociologia dei processi culturali e comunicativi, alla facoltà di Lingue e letterature straniere dell’ateneo di Udine. «Nel corso della mia lunga carriera accademica - scrive in una nota - ho fatto parte di decine di commissioni di concorso, di tutti i livelli e in tutta Italia (o molti anche a Udine), senza essere mai incappato in incidenti. Nel caso di cui qui si tratta - precisa -, l’Università di Udine non ha riscontrato alcuna irregolarità nel mio operato. La commissione è stata semplicemente sciolta d’autorità, prendendo atto che i commissari non erano riusciti a giungere a un accordo; ciò che è legittimo e a volte succede».

«Nel corso del “procedimento comparativo” - continua a raccontare Strassoldo -, esaminando tutti i titoli e pubblicazioni, ho maturato il giudizio che tra i candidati il più meritevole fosse Marco Orioles, con il quale non ho mai avuto rapporti di versi da quelli puramente professionali e scientifici. È ovvio che ogni commissario può maturare valutazioni diverse da quelle dagli altri. Tuttavia - aggiunge -, in questo concorso si sono verificate due anomalie. La prima è che le due commissarie hanno ritenuto, il 20 maggio 2011, di poter redigere immediatamente il verbale finale (con il giudizio complessivo collegiale, attribuzione dei punteggi e proclamazione della vincitrice) da sole, senza la mia partecipazione e volontà; avendo rifiutato esse il mio invito, da presidente, a dedicare tempo adeguato all’analisi delle pubblicazioni». Da qui l’impasse che ha poi portato allo scioglimento della commissione. Per la Procura invece le cose andarono diversamente e adesso toccherà al Tribunale decidere. (c.r.)

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