Stop ai doppi vitalizi, ma i big della politica evitano la riduzione

La norma non ha effetto retroattivo su chi li percepisce. Altri dribblano i tagli avendo già monetizzato il bonus

UDINE. La data da cerchiare sul calendario è venerdì 10 ottobre. Quel giorno si terrà la Conferenza dei presidenti dei consigli regionali per discutere e decidere le linee nazionali per i tagli ai vitalizi dei politici. Le prime indicazioni parlano di un divieto di cumulo tra più vitalizi per cariche diverse ricoperte nel corso della vita politica (Parlamento e Regione), l’armonizzazione dell’età pensionabile (auspicabilmente a 65 ani) e l’ipotesi di aumento della tassazione.

Tagli che, per quanto concerne i primi due interventi, cadrebbero sulle teste dei consiglieri (ancora in carica o meno) ma che per le legislature precedenti avrebbero maturato il vitalizio non ancora incassato. È il caso, ad esempio, dell’ex presidente della Giunta regionale e oggi consigliere, Renzo Tondo, che vanta pure un mandato come parlamentare. Tenuto conto che la norma non avrà effetto retroattivo, per chi già lo percepisce, in realtà molti big della politica, pur non avendo l’età per ottenere il vitalizio, in realtà non subiranno il taglio legato al divieto di cumulo per cui il risparmio per la Regione sarà irrisorio.

Ma vediamo alcuni casi specifici. Carlo Monai (ex consigliere regionale ed ex parlamentare) che poteva subire gli effetti della futura norma, ha potuto contare sulla scappatoia di accesso al vitalizio regionale a 55 anni con la decurtazione del 5% annuo per l’anticipo.

Roberto Asquini riceverà il vitalizio da parlamentare nel mentre si era fatto liquidare il corrispettivo del vitalizio regionale incassando una tantum la somma di 355 mila euro. Strada questa scelta anche da Edouard Ballaman che attende il vitalizio da parlamentare ma che aveva incassato subito il corrispettivo del vitalizio regionale (123 mila 176 euro).

Pietro Fontanini ed Ettore Romoli incassano già i vitalizi parlamentari (avendo i requisiti d’età) e si erano fatti liquidare la somma relativa al vitalizio regionale. E ancora: Gabriele Rezulli, Ferruccio Saro, Angelo Compagnon, Ivano Strizzolo, Isidoro Gottardo e Renzo Pascolat incassano invece sia il vitalizio regionale, sia quello romano, mentre Lodovico Sonego percepiva il vitalizio regionale che gli è stato sospeso nel 2013 quando è stato eletto parlamentare. Nessuno di loro, quindi, subirà gli effetti della norma.

E sul fronte delle spese della politica emerge il dato nazionale che i vitalizi d’oro costano complessivamente 170 milioni l’anno mettendo a dura prova i bilanci. Nel caso del Fvg i vitalizi costano più delle spese per le indennità dei consiglieri regionali in carica. Se, infatti, la spesa complessiva della Regione per l’assemblea legislativa ammonta per il 2014 a 20 milioni 611 mila 977,14 euro, di questi ben 9 milioni 40 mila euro sono destinati ai vitalizi, mentre le spese per il trattamento indennità e rimborsi sono pari a 6 milioni 309 mila 400 euro.

Il Fvg attende dunque la decisione della Conferenza dei presidenti regionali per stabilire le future mosse. Tra queste, come aveva annunciato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, «c’è l’ipotesi dell’aumento della tassazione sui vitalizi in corso di erogazione, ma prima vogliamo verificare la praticabilità giuridica per non esporci a possibili ricorsi». Da segnalare che sui vitalizi la disparità di trattamento è enorme, visto che alcune regioni “offrono” anche il 60% in più rispetto ai consiglieri del Fvg, Regione che abrogato la norma sui vitalizi dall’attuale mandato (213 quelli maturati in passato).

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