«Spirito sportivo significa rispetto per l’identità dell’avversario»
«L’episodio fa molto riflettere, soprattutto per il contesto in cui è avvenuto. Lo sport, per definizione, è uno degli ambiti educativi più completi nel quale giovani e adulti si possano muovere. Come dice il filosofo Massimo Recalcati, è essenziale riflettere sull’istituzione del limite che contorna un campo di calcio, ovvero uno spazio di gioco: senza il limite non esiste il gioco». Inizia così l’intervento di monsignor Ivan Bettuzzi vicario foraneo del distretto delle diocesi di Codroipo cui fa capo Sedegliano, capoluogo dove opera l’omonima società di calcio che nella partita con il Villanova dei giovanissimi ha visto volare insulti razzisti da parte di un genitore verso un baby calciatore. «È paradossale che ai bordi di un campo dove tutto dovrebbe onorare i principi per cui il gioco esiste avvengano episodi che distruggono ogni regola – osserva –. Uno spirito sportivo richiede rispetto per l’avversario che proprio in quanto membro di un’altra squadra ha di per sé un colore e un’identità diversa da onorare e a cui rendere onore se alla fine dovesse dimostrarsi più forte di noi. Una tristezza immensa invade il cuore quando si vedono replicati nel piccolo comportamenti immaturi de-culturati e primitivi che purtroppo si recitano sugli spalti mediatici nazionali. Il tutto diventa ancora più penoso se si vedono per protagonisti uomini e donne che per età dovrebbero essere considerati adulti» osserva monsignor Bettuzzi.
«Uno degli strumenti per cercare di offrire una cultura alternativa – aggiunge – sono i percorsi già in atto anche sul nostro territorio che vedono in questo inverno oltre 40 giovani coinvolti nei workshop che hanno un ruolo di gestione degli oratori. Sono 130 i giovani che hanno iniziato da febbraio un percorso di formazione per animare la prossima estate. A loro sono stati impressi i valori del rispetto, dell’accoglienza e dell’inclusione».
Maristella Cescutti
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