Spilimbergo, il tribunale confisca 2 milioni di euro a due imprenditori

SPILIMBERGO. Il tribunale per l’applicazione delle misure di prevenzione ha disposto la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per i fratelli gemelli 52enni Tullio e Claudio Teia, residenti a Spilimbergo, titolari del negozio Nuova ferramenta. Il tribunale, inoltre, ha ordinato la confisca dei loro beni sequestrati nel procedimento penale aperto a suo tempo nei confronti dei due commercianti e di altri sequestrati con un altro provvedimento preventivo un paio di mesi fa. Le disposizioni, chieste dal pubblico ministero Federico Facchin e concesse dal tribunale, sono già state notificate agli interessati, assistiti dall’avvocato Luca Spinazzè, dai militari della Guardia di finanza.
Nello specifico, ai fratelli Teia sono stati confiscati complessivamente 2 milioni 31 mila euro di cui un milione 790 mila in contanti (fece scalpore il sequestro delle banconote conservate dentro un frigorifero) e altri 241 mila euro tra immobili e titoli a loro riconducibili.
La sorveglianza speciale è una misura di prevenzione regolata dalla legge 1.423/56 e viene applicata a soggetti che vengono ritenuti «socialmente pericolosi, abitualmente dediti alla commissione di reati o che vivano di proventi da attività illecite». Sulla base di questa misura ne può essere applicata una seconda, la confisca dei beni patrimoniali, provvedimento fino al 2008 riservato ai patrimoni di provenienza mafiosa e di criminalità organizzata (estorsione e droga), successivamente esteso ai reati comuni, tra i quali rientrano anche quelli fiscali.
La sorveglianza speciale, motivata dal questore, implica la limitazione della libertà di movimento, l’obbligo di entrare e uscire di casa entro determinati orari, il divieto di frequentare specifici locali pubblici. Il tribunale ha disposto l’applicazione di questa misura per 3 anni a Tullio Teia, per due al fratello Claudio.
I beni dei commercianti spilimberghesi sono stati confiscati, anche se non in maniera definitiva: mentre il procedimento penale aperto a suo tempo farà il suo corso (vengono ipotizzati i reati di emissione di fatture false per operazioni inesistenti, distruzione di documentazione contabile e presunte dichiarazioni fraudolente), contro la decisione del tribunale gli interessati potranno avanzare ricorso in appello, entro 10 giorni dalla data di notifica del provvedimento, e successivamente in Cassazione, che dovrà esprimersi entro tre mesi. Dopodiché la disposizione diventerà definitiva, se confermata.
L’indagine era cominciata all’inizio del 2011 con un controllo di routine della Finanze nel negozio gestito dai Teia a Spilimbergo.
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