«Spese alle stelle, subissato dai debiti Non so come fare»

SACILE. «Cinquemila euro di spese condominiali: non riesco a pagarle». In via Martiri Sfriso abita Joe, originario del Ghana, dalla fine dello scorso anno cittadino italiano, con la moglie e tre figli a carico: la quarta è in arrivo. Lavora e prega per trovare una soluzione, per far quadrare i conti a fine mese. Non è affatto facile. Una situazione emblematica la sua: un immigrato, da anni integrato nella comunità, che non molla, che guarda avanti con incrollabile tenacia sperando in un futuro migliore, soprattutto per i figli. Anche se il debito, racconta con la moglie «non dà pace».
Il salario non basta?
«Basta per pagare l’affitto e andare avanti. Con uno stipendio non certo alto, assegni familiari compresi, dobbiamo mangiare in sei, tra poco in sette. Il timore è che arrivi Equitalia e ci porti via quello che abbiamo: se pago le spese condominiali non so come sfamare i figli».
Monoreddito?
«Mia moglie ha cercato un posto di lavoro ovunque, anche come badante. Non c’è nulla da fare: siamo arrivati dall’Africa e abbiamo la pelle nera di cui siamo orgogliosi, ma le badanti che assumono a Sacile hanno la pelle bianca. Grazie al cielo ho un lavoro in fabbrica: è l’unica risorsa. E per fortuna che c’è».
Le case popolari sarebbero una soluzione?
«Ho partecipato al bando Ater e mi hanno espulso. Ho sbagliato la domanda per ottenere una casa popolare: avevo dimenticato un reddito nel 2006. Un pasticcio, ma non è facile per chi arriva dal Ghana capire le regole della burocrazia. Non so se riuscirò mai ad avere quello che la mia famiglia desidera, cioè una casa con l’affitto a misura di stipendio e del numero di bambini».
La cittadinanza s’è fatta attandere...
«È stata una grande conquista negli ultimi mesi 2014. Mi dicevano: “non integrato”. Suonava come una condanna perché sono immigrato dal Ghana a Sacile da oltre vent’anni e chiedevo la cittadinanza dal 2006. Tante volte mi è stata negata. Ho sempre pagato le tasse e desideravo avere un’identità italiana, perché in Italia c’è la mia seconda patria e i bambini sono italiani. La prima domanda di cittadinanza italiana risale al 2005: era stata rigettata. La seconda è stata inoltrata nel 2012: sono andato da un avvocato e con il suo aiuto ce l’ho fatta. Sono orgoglioso di essere italiano e mi comporto bene. Non ho mai rubato, ho sempre pagato le tasse, allevo a Sacile i miei bambini».
La crisi alza il costo della vita ma non gli stipendi
«Quando si arriva in un Paese nuovo, tanti meccanismi burocratici non si conoscono. Ho pagato anche le multe che mi sono state comminate, sono stato assolto anche nel caso Ater per essermi dimenticato un anno di reddito e ho la coscienza tranquilla. Ma c’è un’evidente sproporzione tra le spese per le famiglie numerose e il costo della vita. Pago tutte le tasse e anche i libri per i bambini. Ma come farò a pagare 5 mila euro di condominio?». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto