Spari sull’allevamento di cavalli

BASILIANO. Sfiorati da una pioggia di pallini che scende a ogni battuta di caccia.
I cavalli norici dell’allevamento di Villorba figurano fra le più antiche razze equine al mondo e sono una specie a rischio di estinzione, ma ultimamente rischiano anche di essere impallinati dai cacciatori.
Quando Federico Osellame, 32 anni, decise di creare un allevamento di questa preziosa razza equina che risale all’antica provincia dell’Impero romano Noricum sulla proprietà che la sua famiglia aveva in via Vieris a Villaorba pensò che quel terreno di circa due ettari con tanto di capannone fosse la collocazione ideale per la sua attività. Quattro anni fa la sua compagna Erika Gasser lo ha raggiunto e da allora entrambi si sono dedicati all’allevamento dei cavalli.

«Ma vivere qui sta diventando un incubo a causa dei cacciatori – racconta Erika – domenica mattina verso le 8 sono andata nel capannone per preparare il mangime da dare ai cavalli, ho lasciato aperto il portone e mentre stavo raccogliendo i secchi ho sentito i cani abbaiare e i fischietti dei cacciatori in azione, ho capito che nonostante la festività sarebbe stata un’altra domenica difficile.
Poco dopo ho sentito uno sparo e sopra la mia testa, sulla copertura di vetroresina, è arrivata una pioggia di pallini, per fortuna i cavalli erano al sicuro, ma mi sono precipitata fuori a vedere cosa stesse succedendo e ho sentito il mio compagno urlare. Quei pallini – assicura – sono finiti anche sulla casa mobile all’interno della quale abitiamo».
Abbiamo appena fatto in tempo a intravedere le sagome dei cacciatori, ma non li abbiamo riconosciuti. Avevano sparato da un centinaio di metri in direzione dell’abitazione e dell’allevamento. Allora abbiamo chiamato i carabinieri e le guardie forestali che sono arrivate sul posto, ma dei cacciatori non c’era più traccia».

Non è la prima volta che all’interno dell’allevamento si spara. «Un anno fa – racconta Federico – alcuni cacciatori stavano puntando un fagiano e gli hanno sparato, è caduto all’intero del paddock che utilizziamo per i nostri sei cavalli. L’ho rimproverato perché aveva sparato all’interno di un allevamento e per tutta risposta mi ha chiesto se gli potevo consegnare il fagiano».
Da allora le proteste da parte dei due allevatori si sono moltiplicate. Hanno contattato il direttore della riserva, chiedendo il rispetto delle distanze a tutela dell’incolumità dei cavalli e delle stesse persone.
«Ci sono state fornite numerose rassicurazioni, ma in realtà nulla è cambiato – osserva Erika – quando i cacciatori escono per le battute, visto che vicino all’allevamento c’è un boschetto dove lepri e fagiani amano rifugiarsi, sparano a distanza ravvicinata nella nostra direzione, ci siamo ridotti a tenere chiusi i cavalli al mattino per evitare che vengano impallinati, ma abbiamo anche paura ad andare a falciare l’erba nel piccolo appezzamento che possediamo vicino al capannone e abbiamo anche paura di uscire di casa».
Purtroppo, le tracce delle fucilate non sono infrequenti nella proprietà di Osellame.
«Tre anni fa, mentre stavamo limando lo zoccolo a un cavallo – aggiunge Erika –nel recinto arrivò un colpo di fucile e rischiammo di farci male perché i cavalli si spaventano quando sentono uno sparo. Una rosa di pallini finì sul portone del capannone e lasciò una serie di impronte chiaramente visibili».
Stavolta però i due allevatori intendono andare avanti anche per la sicurezza di altre persone. «Poco distante – assicura Erika – ci sono altre abitazioni e una serra, che pure è sotto tiro, come lo sono i parenti dei defunti del cimitero che sorge poco distante, in direzione del quale si spara spesso. Per porre un freno alle battute di caccia che rischiano di decimare il branco e di ferire qualcuno si sono anche rivolti al sindaco di Basiliano chiedendogli l’emissione di un’ordinanza con la quale si vietino gli spari in prossimità di quelle abitazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto