Sottrae oltre due milioni di euro alle casse della Regione, funzionario condannato

Claudio Simonutti ha prelevato, tra il 1996 e il 2012, un'ingente cifra di denaro dalle casse dell'ente pubblico: colpevole di peculato, falso ed evasione fiscale. Pena fissata in 6 anni di reclusione
Il Palazzo della Giunta regionale in piazza Unità
Il Palazzo della Giunta regionale in piazza Unità

TRIESTE. Dopo la Corte dei Conti, pure il Tribunale. Il funzionario della Regione, Claudio Simonutti, è stato condannato a 6 anni di detenzione.

L’uomo era sotto processo per aver prelevato dalle casse dell’ente, tra il 1996 e il 2012, oltre 2 milioni di euro: una somma che, su disposizione della magistratura contabile dovrà restituire. La sentenza di ieri è stata pronunciata in rito abbreviato dal gup Giorgio Nicoli. Il magistrato ha potuto contestare all’ex dipendente della Regione soltanto una parte del denaro sottratto, per quanto cospicua: 1 milione e 600 mila euro, cioè l’ammanco che risulta nel periodo 2005/2012. Le annualità precedenti, infatti, sono state prescritte.

Dei 6 anni stabiliti dal giudice, saranno condonati 5 mesi e 10 giorni; perché, anche in questo caso, si tratta di fatti avvenuti prima del maggio 2006, dunque prescritti. Il pm di Trieste Massimo De Bortoli aveva chiesto la condanna a 8 anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

L’inchiesta era iniziata nel novembre 2011, quando la Regione aveva segnalato alla Procura di Trieste «gravi irregolarità e ammanchi riferibili all’attività svolta da Simonutti, nella qualità di funzionario delegato del Servizio gestione patrimonio immobiliare della Regione».

Dalle indagini era quindi emersa una serie di condotte «gravemente pregiudizievoli per la Regione» tra il 1996 e il 2012. Simonutti – si leggeva nella sentenza della Corte dei Conti, «con false comunicazioni interne, apparentemente a firma di dirigenti e funzionari della Regione, e avvalendosi di modelli F23 contraffatti, avrebbe creato un sistema che gli consentiva di appropriarsi del denaro contante, pari a oltre 2 milioni di euro, di cui aveva la disponibilità in quando ordinatore secondario della spesa».

L’inchiesta aveva accertato come Simonutti avesse giocato gran parte dei soldi ai videogiochi e alle slot del bar “Al Tram” che si trova a pochi metri dalla sede della polizia tributaria di via Giulia, tanto che in seguito venne anche preso in carico dai servizio dipendenze dell’Azienda sanitaria triestina.

Le somme erano stanziate nel capitolo di spesa 1452, destinate al pagamento di imposte, sovrimposte e tasse da parte dell'amministrazione regionale, comprese quelle relative ai beni patrimoniali. Altre voci di danni sono poi correlate «alla duplicazione di pagamenti inerenti le spese condominiali di alcuni immobili di proprietà dell’ente», per quasi 74 mila euro, e «alla duplicazione di un pagamento di una fattura».

A Simonutti, 55 anni di Trieste, è stato funzionario regionale delegato al Servizio gestione patrimonio immobiliare. All’ex dipendente regionale sono stati riconosciuti i reati di peculato, falso ed evasione fiscale, ma non quelli di truffa. Simonutti ha visto confiscati tutti i suoi beni. Divorziato, dopo aver vissuto con il padre anziano, ora scomparso, oggi si mantiene con una borsa lavoro.

L’avvocato di fiducia, Caterina Turra, ha già annunciato che farà ricorso in Appello.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto