Sotto accusa i lavori lungo il torrente Versa

MEDEA. Non c’è pace per il torrente Versa, teatro nei giorni scorsi di una moria di pesci che ha interessato il corso d’acqua tra Medea e Fratta. Mentre si cercano di individuare le cause che hanno determinato la strage ittica, crescono anche le preoccupazioni e le perplessità riguardo ai lavori di manutenzione idraulica e di riqualificazione ambientale che dal mese di febbraio stanno interessando il torrente lungo i 6 chilometri del corso d’acqua inclusi nei Comuni di Mariano, Capriva, Cormons, Moraro, Medea e Romans. È un intervento programmato dalla Regione per risolvere le criticità idrauliche e ambientali manifestatesi dopo i lavori di inizio 2000.
I responsabili del progetto avevano ascoltato anche i pareri di chi, con il torrente, ha da sempre avuto un rapporto diretto per averlo frequentato e per conoscerne le caratteristiche e, almeno nei presupposti, il piano era in linea con l’interesse dei fruitori e frequentatori del Versa. Oggi però le cose stanno andando in maniera diversa. Lo sottolineano Michele Tofful e Paolo Minen, autori del volume “Il torrente Versa”, preso ad esempio anche dai progettisti. Assieme ad altri pescatori della zona evidenziano che quanto si sta facendo rischia solo di peggiorare la situazione del torrente Versa. «Tra i problemi emersi in passato – dicono Tofful e Minen – si era riscontrato che in alcuni tratti non era garantito il deflusso minimo per la popolazione ittica, che la velocità della corrente, in caso di piene, aveva provocato erosioni spondali. Il progetto prevedeva di eliminare queste problematiche e di procedere al ripristino delle roste in pietra per facilitare la presenza dell’acqua creando così un rifugio per la fauna ittica». E aggiungono: «Ma oggi quello che si pensa di fare lungo l’alveo va in un’altra direzione. Si sta tenendo conto – sostengono – solo degli aspetti idraulici del torrente e non dei suoi aspetti naturalistici. Il torrente Versa è un ecosistema che va mantenuto integro. Non si può pensare di realizzare le briglie allargando in alcuni punti l’alveo a 15 metri e con un’altezza delle briglie troppo bassa. Tutto ciò rischia di far aumentare nei periodi di piena la percorrenza dell’acqua, il trasporto di materiale solido (ghiaia), l’erosione delle sponde e nei momenti di magra invece c’è il rischio di rimanere senza acqua. C’è la necessità di mantenere parte della copertura arborea a ridosso delle sponde e specialmente la presenza dei salici garantisce la stabilizzazione dell’alveo e il rallentamento dell’erosione». Nell’ambito dei lavori era stato suggerito di eliminare la ghiaia sotto il ponte vecchio sul Versa a Mariano o quantomeno di spostarla, in quanto la sua presenza è pericolosa, «ma averla accumulata sempre in prossimità del ponte non ha di certo risolto la questione». Concetti condivisi anche dai pescatori che si dicono contrari alla ventilata ipotesi di togliere il blocco di pietre con il pilone presente tra Fratta e Medea, dove si è formata una buca profonda e ricca di pesci.
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