Sospeso per la droga, riabilitato dal Tar
maniago
Per lui, militare con un passato da sportivo professionista, quel test antidroga positivo sarebbe stato una macchia in una carriera altrimenti limpida. Ha quindi deciso di andare fino in fondo scoprendo che a falsare il risultato del test – che gli era costato quattro mesi di sospensione dal Reggimento Ariete di Maniago – è stato un mix di farmaci antisteroidei e antibiotici. Il Tar gli ha dato ragione, annullando il provvedimento di sospensione.
Una battaglia, quella che vede protagonista un maresciallo dell’esercito, vinta a fianco dell’avvocato Luca Donadon, che ha rappresentato il militare di fronte al Tar fino a quando mercoledì i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per la sentenza.
La vita del maresciallo cambia il 20 giugno del 2019, quando viene sottoposto ad un drug test di routine. Un esame al quale il militare, che in passato è stato un pugile professionista, si è sottoposto molte volte, ogni volta con esito negativo. Ha sempre condotto una vita sana, lontano da ogni tipo di sostanza stupefacente.
Quel giorno, però, risulta positivo all’uso di sostanze stupefacenti di tipo cannabinoide. Il referto del 21 giugno del Dipartimento militare di medicina legale di Padova, successivamente confermato dalle controanalisi del 10 luglio del Laboratorio antidoping dell’ospedale di Padova, parla chiaro. Impossibile, dice lui. Mai fatto uso di droga. Ma la Direzione generale per il personale militare è inflessibile: con un provvedimento disciplinare del 24 febbraio di quest’anno lo sospende dall’impiego per quattro mesi.
Il militare si sottopone volontariamente al test tossicologico del capello. Effettua – privatamente – l’esame della matrice pilifera il 4 luglio al Centro antidoping dell’ospedale San Luigi di Orbassano, in provincia di Torino. È negativo, non solo per la cannabinoide ma per tutti gli stupefacenti cercati.
Torna a Padova, inviato dal proprio Direttore servizio sanitario. La prima commissione medica di Medicina legale il 23 agosto certifica che è perfettamente idoneo al servizio. Inoltre il militare porta in giudizio una perizia medico legale datata 25 settembre 2019 dalla quale risulta che la positività al test è dovuta ad una reazione crociata tra farmaci antisteroidei e antibiotici assunti nel periodo del test. Per i giudici del Tar è sufficiente: il ricorso del militare è fondato, il provvedimento disciplinare deve essere annullato. —
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