«Sono miracolato, ho pensato al peggio» FOTO

Parla uno dei tre ustionati nello scoppio alla caserma Slataper di Sacile. Restano gravi le condizioni degli altri due feriti

SACILE. «Dai, questa volta mi sono portato fuori la pelle. Me la sono vista brutta, ma mi ritengo miracolato». Gianpietro Barbarotto, dipendente civile della caserma Slataper di Sacile, è stato dimesso ieri pomeriggio dall’ospedale di Pordenone, dove era stato portato, l’altro ieri, con ustioni di primo grado al volto. Medicato al Santa Maria degli Angeli, ieri mattina è stato portato al Santa Maria della Misericordia di Udine per ulteriori accertamenti. Nel pomeriggio ha fatto rientro in famiglia, a Brugnera.

Colonna portante della protezione civile liventina (volontario tra i terremotati in Emilia e gli alluvionati a Sarno), vicecapogruppo degli alpini, Barbarotto tira un sospiro di sollievo, augurandosi che presto possano tornare tra i loro cari anche gli altri due feriti nello scoppio («sono ragazzi in gamba»), Giorgio Piovesana, 59 anni, di Gaiarine, tuttora ricoverato a Udine, e il caporalmaggiore Rocco Ripa, 35 anni, di Sacile, in un primo tempo portato all’ospedale di Pordenone poi trasferito al Centro grandi ustionati di Padova.

«Devo ringraziare Piovesana e Ripa se io sono a casa. Loro, infatti, erano all’esterno della cabina come me, ma davanti a me. Di fatto la fiammata e gli scoppi hanno investito prima loro, poi me».

Tre scoppi, come mai? Perché, nel momento in cui è stata fornita corrente al trasformatore – rigenerato e ricollocato al suo posto – c’è stata la prima esplosione, ma sono seguiti altri due impulsi dalla cabina Enel, in automatico, nell’arco di un minuto.

I tre feriti, che si trovavano nella zona sud della Slataper con altri due tecnici, appena investiti dalla fiammata si sono portati le mani al volto. «Non mi sono reso subito conto di quanto accaduto – prosegue il racconto di Barbarotto – poi ho visto che mi muovevo. Ho pensato di essere stato miracolato».

Come detto, restano serie ma stazionarie le condizioni degli altri due feriti. Ad avere la peggio è stato il caporalmaggiore, che ha riportato ustioni al volto e alle braccia; l’elettricista Giorgio Piovesana, al volto: è socio di Giovanni Coden, nella Elettroimpianti snc di San Giovanni di Livenza, stimata azienda che aveva ricevuto l’incarico di sostituire il trasformatore.

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