Sonego va controcorrente: lasciamo le cose come stanno

Nella partita a scacchi tutta interna al Pd sui collegi elettorali, tra Udine e Trieste, si è inserita Pordenone
Udine 16 Febbraio 2015 parlamentari fvg assime a seracchiani e iacop Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Udine 16 Febbraio 2015 parlamentari fvg assime a seracchiani e iacop Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco

UDINE. C’è un terzo concorrente che si è iscritto, da ieri, nella partita a scacchi tutta interna al Pd sui collegi elettorali. Tra Udine e Trieste, infatti, si è inserita Pordenone con Lodovico Sonego.

Il senatore della Destra Tagliamento ha preso carta e penna per scrivere al premier Renzi, al ministro Boschi e alla segretaria regionale del partito Antonella Grim – preannunciandole l’assenza alla riunione di domani sera - chiedendo, sostanzialmente, di non modificare lo status quo.

Lasciando, cioè, la circoscrizione regionale esattamente come trasmessa alle Commissioni affari istituzionali di Montecitorio e palazzo Madama.

«Nella materia – spiega Sonego - va prima di tutto considerata la necessità di collegi che consentano alla minoranza nazionale slovena in Italia il massimo delle opportunità di eleggere un proprio rappresentante alla Camera. Si tratta di un dovere dell’Italia nei confronti di una propria minoranza nazionale e inoltre di materia sensibile nelle relazioni internazionali, non ultima la necessità di adeguatamente tutelare le minoranze italiane in altri Stati».

La proposta indicata dal Governo per i collegi del Fvg «pur nei manifesti limiti della legge» esprime quindi «per la minoranza slovena in Italia il massimo delle opportunità possibili».

Ma è un altro – soprattutto – il punto che Sonego sottolinea con maggior forza e cioè la necessità di non includere tutta la Provincia di Udine in un unico collegio con quella di Pordenone.

«La proposta è parimenti condivisibile – continua il senatore - per il fatto che il collegio che include la provincia di Pordenone e la gran parte di quella di Udine offre ai candidati di entrambi i territori provinciali le medesime opportunità di contendere i seggi della Camera».

Una situazione di equilibrio, dunque, che muterebbe nel caso di modifica che includesse «nel collegio Pordenone-Udine l’intero territorio udinese, area quest’ultima di gran lunga più consistente di Pordenone al punto di vista demografico», perché «implicherebbe per il Pordenonese la perdita della parità competitiva nel contendere i seggi in palio con la provincia contermine».

Una nuova spina, dunque, in campo democratico anche se nessuno – almeno ufficialmente – sta studiando ipotesi di unione completa di tutto il Friuli con il Pordenonese, ma soltanto del rimodellamento del secondo collegio ancorandolo alla Bassa. (m.p.)

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