Solidarietà alla prof dopo le accuse di antisemitismo

Udine, i genitori si schierano dalla parte dell’insegnante: «Un malinteso, mai usate in classe parole sbagliate»
ANTEPRIMA Udine 20 MAGGIO 2006.uccellis Copyright Massimo Turco Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 20 MAGGIO 2006.uccellis Copyright Massimo Turco Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Arriva una pioggia di attestazioni di solidarietà all’Educandato Uccellis per l’insegnante incolpata da una studentessa di antisemitismo, come abbiamo riferito in un recente articolo. Un’accusa tradotta in un esposto alla Procura della Repubblica, «un fatto gravissimo» secondo i genitori dei compagni di classe della ragazzina. E sono stati proprio quei genitori a organizzarsi e consegnare una serie di lettere in cui si difende «l’operato di un’insegnante stimata da tutti». Mamma e papà non esitano a parlare di «calunnia».

L’episodio riferito dalla studentessa risale a qualche tempo fa: in prossimità del giorno della memoria, il 27 gennaio scorso, in classe è stato affrontato il tema della Shoah e delle atrocità dei campi di concentramento. In quel frangente, stando alla denuncia, l’insegnante avrebbe avvallato l’operato dei nazisti. «Si tratta senza ombra di dubbio di un malinteso – spiega una mamma –: i compagni di classe della ragazza ricordano quella serie di lezioni e non sono mai state usate parole sbagliate. Probabilmente si tratta di una battuta male interpretata. Chissà... In ogni caso proprio quell’insegnante è nota nella scuola per la preparazione e sensibilità riguardo al tema della Shoah».

E proprio la prof finita nell’occhio del ciclone è la promotrice di una visita di istruzione alla risiera di San Saba. Una gita che per motivi economici è stata poi cassata dal programma scolastico, ma che – coincidenza – vedrà oggi partire la classe in questione e alcuni insegnanti verso Trieste, a bordo delle auto private di mamme e papà.

«La cosa brutta – continuano i rappresentanti dell’istituto – è che stata infamata un’insegnante fra le migliori all’Uccellis, un’eccellenza espressa anche in termini di sensibilità nei confronti dei ragazzi che hanno problemi. Fa male sentire accusare ingiustamente una persona». E ancora: «Non capiamo perché i genitori non siano venuti a parlare dai rappresentanti per chiedere di indagare con i ragazzi: prima di fare un passo del genere è meglio tentare tutte le vie perché il rischio è rovinare una persona e una professionista. Una denuncia alla Procura non deve essere fatta con leggerezza».

A tratteggiare il profilo dell’insegnante, nei giorni scorsi è stata la stessa dirigente dell’Uccellis, Maria Letizia Burtulo. «Stiamo parlando - ha detto - di un’insegnante che da oltre un decennio si interessa con dedizione e professionalità alla Shoah, organizzando anno dopo anno approfondimenti attraverso la collaborazione costante con l’associazione Italia–Israele, dedicando tempo ed energie a diffondere la cultura della memoria esprimendo senza esitazione un giudizio negativo e una condanna totale nei confronti di quegli episodi».

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