Soldi spariti nei palazzi: patteggia un anno

Martina Corazza ha chiuso i conti con la giustizia. Niente risarcimenti in quanto la vicenda si è chiusa in fase di indagine

Aveva fatto scalpore un paio d’anni fa l’ammanco, in alcuni casi anche consistente, registrato nelle casse di alcuni condomini di Pordenone. I residenti avevano chiesto conto di quanto stava accadendo all’amministratrice, la pordenonese Monica Corazza. Dopo il primo caso, ce ne fu un altro e poi fu una catena che si fermò poco sotto quota trenta.

L’ex amministratrice, assistita dall’avvocato Francesco Santini, ieri ha patteggiato in fase di indagine – le ipotesi di reato contestate erano appropriazione indebita e truffa relativamente ai bilanci di sette condomini sui 29 coinvolti nella verifica rispetto alla cinquantina che la professionista amministrava – un anno di reclusione e mille euro di multa. Per questa formula processuale, davanti al giudice per l’udienza preliminare Eugenio Pergola, non è prevista la costituzione delle parti civili che, per eventuali richieste dei danni, dovranno eventualmente intentare un procedimento in sede civile. Un percorso che potrebbe tuttavia essere tortuoso.

Ad ogni modo, sotto il profilo penale la vicenda è chiusa. Impossibile quantificare le somme contestate: «Avevamo proposto un accertamento tecnico preventivo, ma gli avvocati si sono opposti e quindi non c’è stata la verifica». Qualsiasi denuncia penale ad oggi sarebbe tardiva, in quanto «sono scaduti i termini», fa presente il difensore. Il quale ha sostenuto la tesi della confusione contabile. «La mia assistita – dice l’avvocato Santini – avrebbe utilizzato somme di un condominio per pagare i debiti di un altro, ma non c’è stato arricchimento. Tecnicamente sono delle appropriazioni, ma non a vantaggio della cliente».

Caso pressoché chiuso. A pagare lo scotto degli ammanchi lasciati nei palazzi a causa dell’incrocio dei pagamenti sono stati finora solo i rispettivi inquilini. In molti palazzi tutti gli arretrati sono stati saldati, a spese dei condomini. I costi sono stati ripartiti in base alle quote fra tutte le famiglie.

È naufragata la causa civile collettiva proposta l’anno scorso dall’avvocato Francesco Santini, che assiste l’ex amministratrice: i condomini (il primo a sollevare il caso fu il Delta Majestic di via Trieste) stanno valutando quali azioni intraprendere per riuscire a recuperare il denaro.

Due gli scenariche si possono ipotizzare: l’azione civile oppure i tentativi di conciliazione bonaria. Nel primo scenario si scatenerebbe una guerra di tutti contro tutti e i condomini si ritroverebbero a farsi causa l’un l’altro. Scegliendo la strada bonaria, invece, i palazzi potrebbero compensare le reciproche poste in caso di pagamenti incrociati. —

E.L.

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