«Soldi nelle valigie» padre e figlio arrestati

Guinea: lavorano per il gruppo presieduto dalla bujese Annamaria Moro All’interno la polizia non ha trovato nulla ma sono finiti comunque in cella
Di Piero Tallandini

BUJA. Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio di origine romana entrambi lavoratori per il gruppo edile Rangerbourg Corporation, sono stati arrestati a Bata, Guinea Equatoriale. Fabio Galassi è consulente economico del gruppo Rangerbourg, il cui presidente è la friulana Annamaria Moro, di Buja, vedova di Igor Celotti, l’imprenditore bujese deceduto in un incidente aereo nella foresta equatoriale il 21 giugno 2007. Celotti era dirigente di una delle imprese edili più importanti della Guinea, la General Works, oggi parte del gruppo Rangerbourg. Ieri sera il Ministero degli Affari esteri ha comunicato una prima buona notizia: il figlio, Filippo, è stato rilasciato. La stessa Farnesina ha però precisato che il padre, Fabio, è ancora in carcere.

Secondo la ricostruzione del sito “Blogo”, che riporta come fonti la televisione di stato locale oltre alla testata della Guinea Equatoriale “Diario Rombe”, sabato mattina i due lavoratori italiani della Rangerbourg «sarebbero stati visti mentre uscivano di casa con alcune valigie, piene di soldi». Una volta intervenute le autorità, però, le valigie sono state perquisite negli uffici della Polizia di Bata e al loro interno non è stato trovato nulla di compromettente: solo effetti personali che lo stesso Fabio Galassi avrebbe spiegato di voler inviare in Italia tramite Dhl.

Proprio sabato, sempre secondo quanto affermato dai media locali e riportato da “Blogo”, ci sarebbe dovuta essere la prima udienza, al Tribunale di Bata, di un concordato con i creditori del gruppo. Lo stesso gruppo avrebbe presentato richiesta di concordato in attesa degli incassi in sospeso con i committenti, per lo più aziende statali o riconducibili a personalità istituzionali. Le motivazioni dell’arresto non sarebbero state rese note nè agli imputati nè ai rappresentanti italiani in Guinea Equatoriale, che hanno immediatamente informato le autorità italiane, in Camerun. Secondo quanto sosterrebbe la televisione di stato locale – ricostruzione sempre riportata da “Blogo” – la possibile accusa nei confronti dei due italiani sarebbe quella di aver cercato di uscire non regolarmente dal paese, portando con sè soldi in contanti. Accuse che parrebbero al momento, come minimo, inconsistenti. «Visti i trascorsi con la giustizia contabile guineana sia della General Works che del gruppo Rangerbourg e vista l’assenza di accuse circostanziate e precise della magistratura locale, certamente la notizia dell’arresto dei due italiani preoccupa – ha sottolineato “Blogo” –. Anche perché la situazione patrimoniale dell’azienda e del gruppo di cui fa parte dipende in parte anche dall’insolvenza dei committenti più importanti, tutti riconducibili a pezzi delle istituzioni della Guinea». La Guinea Equatoriale rappresenta uno dei paesi più corrotti del mondo – 163º su 176 paesi nel 2012 secondo il ranking elaborato da Transparency International – e anche questo aspetto alimenta i timori per la sorte di Galassi.

Secondo fonti riservate di “Blogo”, Fabio Galassi non sarebbe nelle condizioni fisiche di reggere una carcerazione al limite dell'umana sopportazione, come Roberto Berardi, imprenditore di Latina che dal 2013 è prigioniero in un carcere della Guinea e rischia di morire in cella. Una vicenda, quella di Berardi, che ha portato alla nascita di un’associazione che si batte per la sua liberazione. E ieri, sulla pagina Facebook dell’associazione, è stata subito postata la notizia dell’arresto di Fabio e Filippo Galassi con il seguente commento: «Altri soprusi contro gli italiani in Guinea Equatoriale, un caso che si aggiunge a quello del nostro Roberto. Che farà ora il governo? Si volterà dall’altra parte, anche questa volta?».

Ieri pomeriggio abbiamo contattato telefonicamente Annamaria Moro, che si trova in Italia assieme alla sorella e che da sabato non aveva più notizie di Fabio e Filippo Galassi. Comprensibilmente scossa per l’accaduto, ha preferito però non rilasciare dichiarazioni alla stampa. Secondo quanto si è potuto apprendere anche lei è in attesa di comunicazioni certe dall’Africa ed ha saputo soltanto ieri della notizia.

Poi, in serata, la Farnesina ha come detto comunicato che Filippo è stato rilasciato e sulle condizioni di salute del padre sono arrivate indicazioni confortanti: secondo fonti ministeriali, l’Ambasciata di Yaoundé (Camerun) sta seguendo il caso e ha confermato che Galassi è assistito dal corrispondente consolare a Bata e da un avvocato. Inoltre, l’uomo risulta in buono stato di salute.

ha collaborato

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto