Soccorso alpino, più interventi nonostante l’emergenza Covid

Portate in salvo 477 persone: il 67 per cento delle quali in provincia di Udine. Nel 2020 le operazioni sono salite del 53% rispetto alla media degli ultimi 5 anni

TOLMEZZO. La sezione Fvg del Corpo Nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas) ha illustrato ieri il bilancio degli interventi messi in campo fino alla data del 15 dicembre 2020. Registrato un aumento degli interventi, nonostante l’emergenza sanitaria. Sono 477 le persone soccorse complessivamente e 171 gli eventi di utilizzo di elicotteri per tale scopo. La maggior parte di queste azioni si è concentrata nella provincia di Udine (67%) e Pordenone (20%) a seguire Trieste (12%) e Gorizia con un solo intervento 1%.

Tra le persone soccorse totali, risulta che 230 siano rimaste illese nonostante l’intervento e 177 ferite in forma lieve, 33 i feriti gravi e 9 in pericolo di vita. I decessi sono stati 25, dato meno grave rispetto all’anno “nero” del 2017 che ne aveva registrati 42. A 3 ammonta il numero dei dispersi.

A decifrare le stime, che rilevano un andamento crescente del 53%, per quanto riguarda la media degli ultimi 5 anni, gli interventi puntuali dei volontari che rappresentano il cuore pulsante di questa preziosa istituzione.

L’incontro, moderato da Melania Lunazzi, è avvenuto in via telematica. Il presidente della sezione regionale Sergio Buricelli ha preso la parola sottolineando l’anomalia del periodo: «Il 2020 è stato per noi un anno particolare – ha detto – in molti aspetti. I numeri rappresentano una fotografia complessiva che dovrebbe predisporre a certe riflessioni urgenti. C’è stato un abbandono delle consuete mete di svago e una predilezione per la montagna, in risposta alla situazione d’emergenza che ha prodotto logicamente un incremento degli interventi. Il nostro sistema, che si basa sulla comunicazione sinergica tra sanità pubblica e Protezione civile, ha dovuto adattarsi velocemente alla nuova tendenza e trovare antidoti istantanei».

«Non è stato facile coniugare le difficoltà dei soccorsi con le restrizioni sanitarie per il Covid – ha aggiunto la dottoressa Cristina Barbarino, vicepresidente e medico di elisoccorso in servizio presso il Suem di Pieve di Cadore – è stato necessario ripensare gli addestramenti e ridurre il numero dei volontari sui singoli interventi».

Sandro Miorini, delegato regionale per il Cnsas, ragionando sull’aspetto tecnico, ha spiegato che «nel mese di gennaio-febbraio di quest’anno, abbiamo svolto il doppio degli interventi. Escursionismo e sci rimangono le attività che ci danno più lavoro ma a cresce il pubblico di sport quali E-bike, canyoning, arrampicata e volo libero. Nel corso degli ultimi 6 anni sono aumentati gli incidenti della popolazione femminile, arrivati quest’anno al 36% del totale. Preziosa la risorsa dell’elicottero».

Il delegato speleo Fvg Paolo Manca ha concluso illustrando il lavoro svolto nella zona della provincia di Trieste raffrontando il dato dei 60 interventi del 2020 contro i poco più di 20 del 2018. Tutti qauesti “eroi”, infine, raccomandano prudenza e buonsenso. —




 

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