Siti balneabili, intanto si parte con i divieti

BARCIS. L’Arpa e il Comune affronteranno a breve il problema della lista dei siti balneabili. In un primo momento ci si limiterà però a individuare le aree dove vanno vietati i tuffi. Soltanto in futuro saranno determinati i punti del Cellina e dei suoi affluenti da inserire nell’elenco ufficiale dei corsi d’acqua adatti a fare il bagno.
A fine anno, la giunta regionale ha approvato la lista della balneabilità in Friuli Venezia Giulia. In provincia di Pordenone, soltanto due tratti del Meduna sarebbero idonei. Ne è seguita la protesta dei sindaci di vari Comuni alpini e un’interrogazione del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Riccardo Riccardi. I vertici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, sono intervenuti spiegando che la lista è integrabile su richiesta degli stessi municipi. Sono infatti le amministrazioni locale, a dover indicare le porzioni di greto frequentate dai bagnanti. A quel punto, saranno disposte campionature di qualità, ripetute per almeno quattro anni allo scopo di escludere la contaminazione delle acque.
Il sindaco di Barcis, Claudio Traina, ha incontrato lo staff tecnico di Arpa, visto che sul suo territorio di competenza esiste una delle spiagge montane più note del Triveneto: si tratta della località di Ponte di Mezzo canale, un ampio braccio del Cellina dove da tempo immemorabile si ritrovano famiglie, motociclisti, camper di escursionisti e persino comitive in autobus. Alla fine del summit, è stato deciso di procedere per gradi. Prima verranno individuate le zone dove sia meglio vietare la balneazione, ad esempio in prossimità delle briglie. In questo caso, le prescrizioni non derivano da fenomeni di inquinamento idrico, ma da pericoli per l’incolumità dei visitatori. Mulinelli o vortici di risucchio possono infatti determinare il rischio di annegamento. In questi angoli di territorio saranno posizionate delle tabelle di avviso.
Il lago di Barcis dispone già di obblighi di comportamento e comunque l’impianto idroelettrico è affidato in gestione a un’azienda privata che si occupa autonomamente dei vincoli di sicurezza.
E le aree grigie, dove non si riscontrino insidie, ma non sia nemmeno possibile ufficializzare la balneabilità per la mancanza delle analisi quadriennali? Per ora, tutto resterà così come è da decenni. I tecnici dell’Arpa hanno infatti garantito che qualche controllo sulla salubrità viene già eseguito d’ufficio sui torrenti, indipendentemente dal provvedimento di fine anno, che ha un valore prettamente turistico. Tra qualche anno, valutando anche i costi dell’operazione, il municipio deciderà se mettere mano al portafogli e sollecitare alla Regione un ampliamento dei siti destinati per legge ai bagni.
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