Sisma e maltempo in Centro Italia, «servono coperte, giubbotti e scarpe»: in Friuli scatta l’operazione solidarietà

UDINE. Memore degli aiuti ricevuti nel 1976 quando i terremotati eravamo noi, il Friuli torna a mobilitarsi per andare in soccorso dei comuni dell’Italia centrale distrutti dal sisma e ora messi in ginocchio dalla neve e dalle nuove scosse. In quella zona servono «coperte, guanti, cappelli, giubbotti, scarponi da neve, scarpe pesanti, cuscini e gruppi elettronici da 4/5 Kw diesel dateci una mano a raccoglierli».
Lo scrive il presidente dell’Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli, Fabio Di Bernardo, nella lettera indirizzata a tutti i primi cittadini dei comuni terremotati del Friuli, invitandoli a organizzare la raccolta dei beni di prima necessità.
Di Bernardo lo fa senza dimenticare di evidenziare che i beni raccolti devono essere nuovi. Si vuole evitare di inviare oggetti inutilizzabili. Tutto il materiale raccolto sarà affidato alla Protezione civile che, nei prossimi giorni, lo consegnerà nella zona disastrata.
E i Comuni si sono attivati con l’apertura delle sedi di Protezione civile. A Udine la raccolta di materiale avverrà presso la struttura di piazza Unità d’Italia dalle 15 alle 18 di sabato 21 gennaio e dalle 10 alle 12 di domenica 22.
Successivamente le diverse squadre porteranno i materiali raccolti alla Croce rossa Fvg che li consegnerà in Centro Italia. Sarà anche aperto, dalle 10 alle 13 di sabato e domenica, l’autoparco della Cri, a Udine.
Nelle ultime ore non solo le immagini drammatiche che arrivano da Rigopiano e dall’hotel travolto dalla frana dove non mancano i morti, ma anche quelle trasmesse dai Comuni isolati e alle prese con nuovi crolli, riportano il Friuli indietro di 40 anni.
Anche i terremotati friulani rimasti nella zona disastrata per seguire le loro attività, vissero un inverno durissimo, nelle roulotte, sotto la neve. Oggi come allora, però, il vero dramma è provocato dalla terra che continua a tremare. Le scosse tolgono la speranza e gettano la gente nella disperazione.
Ecco perché, c’è da giurarsi, i friulani non mancheranno di tendere la mano alla gente dell’Abruzzo, del Lazio, delle Marche e dell’Umbria costretta a vivere un’altra emergenza.
«I nuovi eventi sismici che non hanno mancato di portare altra distruzione e soprattutto morte, le forti nevicate e il freddo stanno mettendo a dura prova l’animo e il fisico dei nostri concittadini che finora hanno tenacemente dimostrato di voler ripartire», scrive ancora Di Bernardo nel definire la situazione «tragica e angosciante».
Da qui l’invito a organizzare una mega raccolta di beni che in quelle zone mancano. «Da quanto ci è stato comunicato - aggiunge Di Bernardo - c’è estremo bisogno di coperte, guanti, cappelli, giubbotti, scarponi da neve, scarpe pesanti, cuscini, ma anche gruppi elettrogeni da 4/5 Kw diesel».
Tutti coloro che in queste ore vogliono aiutare i terremotati del centro Italia, possono farlo acquistando i beni indicati e consegnandoli ai sindaci dei rispettivi Comuni.
«Molti sindaci si sono già mobilitati, stanno telefonando per confermare le loro adesioni. Fa piacere vedere tutta questa solidarietà da parte del Friuli», spiega il presidente che da ieri sta tenendo i contatti anche con la Protezione civile regionale per organizzare il trasporto del materiale.
Inutile dire che l’iniziativa rientra negli scopi dell’Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli che, anche nei mesi scorsi, si è mobilitata per organizzare le raccolte fondi da destinare alla rinascita della zona disastrata.
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