Sindacati e lavoratori all’attacco di Italpol: «Stipendi in ritardo»

UDINE. Italpol Group spa perde la più importante gara regionale dedicata alla sicurezza. L’appalto da 21 milioni in tre anni per la protezione di tutte le sedi regionali (estendibile anche a Comuni, Uti, Proloco e Protezione civile) è stato assegnato all’Ati composta da Corpo vigili notturni, Sicuritalia, Gruppo servizi associati, Snab Sicurezza, Sorveglianza diurna e notturna.
Dal 1º ottobre partirà il nuovo servizio, nonostante il ricorso al Consiglio di Stato. E le grane per il gruppo friulano non sono finite qui.
Perché sindacati e dipendenti sono sul piede di guerra a causa dei ritardi nei pagamenti. «Siamo arrivati alla seconda settimana del mese di settembre e la maggior parte dei lavoratori non ha ancora percepito la retribuzione di luglio – ha tuonato Diego Marini della Fisascat Cisl –. Alla fine dello scorso dicembre è stato sottoscritto con l’azienda un accordo sulla data di retribuzione in cui l’azienda si impegnava a dare disposizione dei bonifici entro il 20 di ogni mese. Nonostante questo però l’azienda continua a erogare la retribuzione come e quando ritiene opportuno».
Accuse rispedite al mittente dalla proprietà (come riferiamo qui accanto). Ad alzare la voce è anche un ex dipendete, Moreno Sossi: «Ho lavorato un anno per l’Italpol – ha raccontato –, mi sono sempre presentato in orario, ma non ho mai ricevuto la paga in tempo. Per esempio, lo stipendio di maggio l’ho incassato il 4 luglio, anche giugno era in ritardo.
E quindi ho deciso di licenziarmi perché in questo modo non potevo organizzare le mie spese. E poi, chi lavora è giusto sia pagato. Degli 11 giorni lavorati a luglio non ho visto nemmeno un quattrino. L’Italpol dice che me li darà quando avrò restituito la divisa, ma io la tengo come assicurazione fino a che non avrò incassato l’assegno».
È già in calendario un incontro fra l’azienda e i sindacati per lunedì così da tentare di dirimere la questione. Perché «nonostante le varie segnalazioni agli organi competenti e i diversi ricorsi giudiziali effettuati, siamo davanti al malessere dei lavoratori e a un continuo stress cui sono sottoposti – ha lamentato Marini –. In provincia di Udine l’Italpol ha arbitrariamente cambiato i turni di lavoro, spesso facendo saltare la giornata di riposo».
Su questa si instaura la perdita del più grande appalto regionale per la sicurezza del Fvg. 21 in tre anni (la base d’asta era di 25), con la possibilità di rinnovo per altri 12 mesi e valori teorici di aggiudicazione che per Trieste e Gorizia toccano i 15 milioni, mentre per Udine e Pordenone si fermano a 6,1.
Gli incassi dell’Ati potrebbero ulteriormente aumentare rispetto ai 21 milioni dell’affidamento, che coprono solo gli enti di diretta competenza della Regione. La novità della gara sta, da una parte, nell’integrazione del servizio di vigilanza armata con quello di portierato e, dall’altra, nella scelta di estendere il servizio non soltanto agli edifici regionali, ma a quelli di tutti gli enti delle autonomie locali del Fvg.
Una débâcle che, anche se non avrà effetti clamorosi sull’attività – al momento Italpol impegnava due persone in Regione – è certamente un’occasione persa in termini di crescita industriale
(ha collaborato Gino Grillo)
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