«Si rispetti la storia di piazza della Motta»
C’è anche Maria Pia Valerio, tra quanti chiedono di rivedere il progetto di piazza della Motta. Lei che in piazza è nata e vive «dove “i sarlatani” (pordenonesi veri) si riunivano sulla piattaforma in cemento al centro della piazza per “do ciachere”, “il ballo” e “l’essere assieme” in un posto che era di tutti. D’estate fresco, d’inverno protetto da una tettoia in lamiera, con lo spettacolare intreccio di ferri e ghirigori, sostenuta da sottili colonne (ancora esistenti) e un po’ più in là l’ingresso al castello che, se sarà ristrutturato, avrà tanto da raccontare» ricorda.
«Tante persone chiedono di ripensare il progetto – dice Valerio –, per l’impatto che turberà i più, auspicando che Pordenone si tenga il cuore filologico della vecchia città. “Uno stagno di lucette” “alberi” “panchine”:storia che non sarà più storia». —
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