Si incatena a San Daniele: basta, il Comune mi perseguita Video

SAN DANIELE. Si è legato con una catena all’antica biblioteca Guarneriana e lì intende restare finché qualcuno non gli darà le risposte che attende da anni. Impegnato in un braccio di ferro con il Comune iniziato nel lontano 2006 con l’acquisto di un immobile in via Cavour, divenuto per il cittadino una vera e propria via crucis, Bacchilega ha deciso di rompere gli indugi e giocarsi l’ennesima carta: chiedere risposte non già in sede giudiziale, ma presidiando la piazza del paese. Incatenato a una delle colonne del loggiato guarneriano dove come detto intende rimanere ad oltranza.
I serramenti? “Sono una questione marginale – ha affermato ieri - l’ennesima azione messa in atto per procurarmi danni e farmi desistere dalle azioni legali intraprese”. Tutto nasce dall’acquisto dell’immobile di via Cavour, “che non era destinato a me”, afferma Bacchilega che poi d’un fiato ripercorre le fasi della ristrutturazione immobiliare, minata non già da comuni inghippi di cantiere ma da ricorsi e controricorsi.
A partire da quello che lo stesso sandanielese presenta al Tar di Trieste contro la variante 3, redatta per quanto attiene l’edificio ex Enel “in violazione di tutte le norme preesistenti al fine di procurare danni economici perché il fabbricato non lo dovevo acquistare io”, afferma Bacchilega rilevando poi che la stessa variante “non è mai stata inviata alla Soprintendenza per il parere vincolante obbligatorio” e che “diversa documentazione tecnica relativa all’edificio è scomparsa, sia in Comune che in Regione”. M
entre al Tar, lo riferisce ancora Bacchilega, la relazione prodotta dal Comune avversa al ricorso è stata “presentata in copia unica e originale (anziché le quattro previste), con misure e volumi non reali”. In sette anni di ricorsi alla magistratura, per Bacchilega il cantiere in via Cavour si è trasformato in un inferno e l’ordinanza del Comune per la rimozione dei serramenti (firmata oltre quattro anni fa eppure mai eseguita) è solo la punta dell’Iceberg.
“In questa vicenda – afferma ancora il cittadino – sono implicati l’ex sindaco Gino Marco Pascolini, l’ex tecnico comunale Marino Bianchizza, il legale del Comune Ino Populin e il mio ex avvocato Longo Francesco”. “Tutti gli esposti presentati alle varie procure sono caduti nel vuoto, a dimostrazione che esiste l’impunità, e le amministrazioni seguite a Pascolini – conclude - hanno continuato e continuano tutt’oggi a gestire atti illegittimi, illegali e nulli”.
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