Si è spento don Luigi Peressutti, domani l’addio a Terenzano

POZZUOLO. Ha aiutato tanti, spiritualmente e – in silenzio – materialmente. Sapeva ascoltare e dialogare, ha accettato serenamente la vecchiaia e la malattia, fino all’ultimo. È mancato così a 91 anni don Luigi Peressutti, pastore in diverse località del Friuli, prete “focolarino” per anni al capezzale degli infermi in ospedale.
Da quando, per un grave incidente stradale, la salute lo aveva abbandonato, era ospite della Fraternità sacerdotale di Udine. Lì si è spento circondato dall’affetto di sacerdoti, suore e personale, oltre che dei familiari. Sarà sepolto oggi alle 16, con liturgia presieduta dall’arcivescovo monsignor Mazzocato, a Terenzano, dove era stato parroco, e dove gli amici Andino e Mariucci Degan lo ospiteranno per il riposo eterno nella tomba di famiglia. Nato a Remanzacco, dopo gli studi e l’ordinazione nel 1947, don Peressutti ha esercitato il ministero al duomo di Udine, a Latisana, ad Adorgnano. A Interneppo dal 1965 come parroco: si devono a lui il restauro della chiesetta, distrutta dal terremoto, e un’incessante coinvolgimento dei preti della vallata.
Intanto don Luigi aveva incontrato il movimento dei Focolari e iniziato a seguire e diffondere gli insegnamenti di Chiara Lubich. A Terenzano giunse nei primi anni ’70, vi operò per un decennio. Poi andò a svolgere servizio pastorale all’ospedale di Udine e poi a Gemona. Era dai “suoi” malati che correva quando, nonostante l’età sconsigliasse la guida, gli accadde l’incidente.
«Disponibilissimo, aperto. Ha accolto, voluto bene, aiutato. Molto mite, di uno stile “mariano”, capace di dare conforto ai sofferenti, empatico. Non voleva apparire»: così lo ricorda Carmen Rossi di Terenzano, referente dei Focolari.
E la nipote Marina Cicchetti, udinese, che l’ha seguìto da anziano: «Amava la natura, la musica. Persone importanti si confessavano da lui. Santa persona, ha contagiato tanti cuori. Un testimone: nonostante gli impegni, vicino alla famiglia: mi ha aiutata da piccola in una gravissima malattia». (p.b.)
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