Si blocca in consiglio a Sutrio la variante del rifugio sullo Zoncolan

Si spacca la maggioranza: due esponenti escono dall’aula. La minoranza li segue facendo così mancare il numero legale

SUTRIO. Salta in consiglio comunale, per mancanza del numero legale, l’approvazione della variante 12 al Pac (piano attuativo comunale) del demanio sciabile dello Zoncolan. Variante che prevede la costruzione di una nuova struttura ricettiva (700 metri cubi) in un terreno edificabile di proprietà del Comune e il mantenimento del rifugio Tamai, che però non potrà essere ampliato ma, eventualmente, demolito e ricostruito (per la stessa superficie).

Questo nella logica di favorire un nuove opportunità di sviluppo del comprensorio turistico, motivate dall’arrivo a cadenza ormai triennale del giro ciclistico d’Italia.

A determinare l’impasse, che ha spaccato la maggioranza, è stata la decisione di due componenti della stessa – Nicola Cicutti, assessore alle Risorse energetiche e rinnovabili, allo Sport e tempo libero e alle Politiche giovanili e il consigliere Giulio Straulino (lista Continuità per lo sviluppo artigianato e turismo Sutrio) – di lasciare l’aula, seguiti a ruota dalla minoranza.

Mancando il numero legale, la questione non è stata discussa martedì sera e sarà oggetto della prossima assemblea civica.

L’argomento è di quelli che “scottano” e la maggioranza non intende prendere posizione ufficialmente. L’assessore preferisce non rilasciare dichiarazioni sulla scelta di abbandonare il consiglio (che non sarebbe stata motivata neppure in aula, a detta della minoranza).

E un «no comment» arriva anche dal sindaco, Manlio Mattia. Il nucleo della questione – e degli interessi delle parti coinvolte – ruota attorno alla ridistribuzione dell’edificabilità, che si sposterebbe dal rifugio Tamai alla nuova struttura con funzioni di ristoro, in una zona vicina a una pista di discesa e a strade comunali.

«L’assessore Cicutti e il consigliere Straulino sono usciti dall’aula senza fornire spiegazioni – riferisce Cristina Selenati, consigliere di Trasparenza e solidarietà –, tanto che in un primo momento pensavamo fossero andati a fumare. Quando abbiamo capito che non sarebbero più tornati ce ne siamo andati anche noi, facendo così saltare il numero legale e impedendo la discussione in consiglio. Il nostro obiettivo – spiega Selenati – era infatti quello di avere più tempo per riprendere un dialogo e permettere alle parti interessate di giungere a un accordo ragionevole con l’amministrazione comunale».

La minoranza non ha mai fatto mistero della sua contrarietà alla variante (per la quale il professionista incaricato ha dichiarato la non assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale e che prevede la possibilità di costruire edifici in materiale trasparente sulla cima del monte Tamai), sottolineandone la «superficialità» e il fatto di «arrecare danni economici agli operatori già esistenti, per favorire magari qualcun altro».

Ecco perchè, dopo l’adozione nel novembre 2015 con una giunta aperta al pubblico, la minoranza ha presentato una esplicita richiesta affinchè la questione fosse discussa in consiglio comunale prima della sua approvazione (con convocazione di una giunta anche in questo caso aperta al pubblico).

Anche l’attuale proprietario del rifugio Zoncolan, Suan Selenati (che non è parente del consigliere), aveva manifestato a più riprese il suo disappunto. L’amministrazione comunale, che gli aveva chiesto nel 2014 di presentare un progetto di ampliamento della struttura, ha infatti successivamente cambiato idea, elaborando la variante 12 senza mai prima visionare il piano di Selenati.

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